La pratica del «frappage» consiste nello scuotere la pianta per monitorare la presenza di eventuali insetti nocivi
Cosa vuol dire praticare un metodo definito «agricoltura biologica»? Biologico deriva dal greco “bios” che significa “vita”, perché fare produzione biologica vuol dire favorire, promuovere, rispettare, garantire ogni forma di VITA. L’agricoltura biologica sfrutta la naturale fertilità del terreno favorendola con interventi limitati, promuove la biodiversità dell’ambiente valorizzando la presenza del bosco, delle piante spontanee sia arboree, sia arbustive, sia erbacee. Il metodo biologico valorizza tutti gli aspetti agronomici che aiutano la pianta ad essere meno sensibile all’attacco dei patogeni, ricorre, se possibile, alle consociazioni ed alle rotazioni, esclude l’utilizzo di prodotti chimici di sintesi e di OGM (organismi geneticamente modificati). Quando la pianta abbisogna di aiuto si ricorre, se giustificato, all’uso di sostanze di origine organica e naturale e, fin quando e dove sia possibile, va sempre preferita la «lotta biologica». Innumerevoli sono gli esempi di lotta biologica che vanno però conosciuti, applicati e controllati. Produrre con il metodo biologico non vuol dire perciò “fare niente e prendere ciò che viene” ma vuol dire “coltivare con rispetto, con la testa, con preparazione, con supporto…”. Il produrre con il metodo biologico è regolato da una legge europea pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 23.10.2018. Terreno, clima, ambiente, mano del produttore, convergono in un unico risultato: “produrre alimenti di elevata qualità nutritiva in quantità sufficiente” garantendo all’agricoltore di poter vivere del proprio lavoro. Produrre biologicamente è difficile, salvaguardare la fertilità del terreno è un impegno, ridurre tutte le forme di inquinamento è un dovere sociale, ma anche personale, salvaguardare l’ambiente è un investimento sul futuro, ma praticarlo rende felici e dona soddisfazione.