Dislocazione delle fonti di acqua potabile nei dintorni di Tuenetto
Semplificando alquanto, la Valle di Non è caratterizzata da una struttura geologica (detta graben, ovvero depressione) delimitata da due grandi fratture nel terreno (faglie) orientate in direzione nord-sud. Un lungo tratto della faglia ad est, (in certi punti ben visibile), interessa il comune di Predaia, in particolare i territori di Taio, Torra e Tuenetto. Quest'area è chiamata in gergo monoclinale, cioè con strati di roccia inclinati verso ovest di circa 5-10 gradi. Questa struttura funge da zona di ricarica per l’acqua sotterranea grazie alla pioggia e al disgelo. L’acqua sotterranea si muove verso ovest seguendo l’inclinazione degli strati, ma quando incontra la faglia che delimita il «graben», il flusso viene bloccato. Questo fenomeno crea un accumulo d’acqua (a est della faglia), una falda acquifera profonda. Quest’acqua emerge attraverso sorgenti, alcune delle quali possono avere una notevole portata. Una perizia redatta nel 2004 dal professor Andrea Fuganti, geologo, docente dell’università di Trento, (che fin dagli anni ’50, ha iniziato un’importante e meticolosa attività di ricerca sulla “dolomia di Torra”), commissionata dalla società Tassullo S.p.A. (allora proprietaria della Miniera san Romedio) ha identificato nell'area interessata dall'attività mineraria, nove sorgenti d’acqua (tutte quindi nei dintorni di Tuenetto). L’indagine, oltre alla localizzazione delle sorgenti, ha prodotto una corposa serie di dati sulla qualità delle acque. Noi elenchiamo le prime otto, in quanto la nona è ubicata più distante da Tuenetto, sul C.C. di Priò; mantenendo la numerazione assegnata dal professor Fuganti nel suo studio, abbiamo rinominato le sorgenti nelle seguenti forme:
È l’antica fonte captata dalla frazione di Tuenetto e che oggi non è più utilizzata, la ricerca del professor Fuganti ha rilevato che tra aprile e fine giugno 2004, la quantità d'acqua era diminuita molto e che il flusso era influenzato anche dalle piogge. Così si descrive la sorgente: posta a quota 525 m, sul versante in sinistra idrografica del rio Panarotta sgorga dalla roccia la sorgente “Valesèle”. Si tratta di una sorgente non perenne con regime irregolare che ha una portata media di 0.3 l/s. Nel corso dell’ultimo sopralluogo, effettuato nel 2006, l’opera di presa, costruita prima del 1950, risultava abbandonata. Le analisi chimiche specificano che l’acqua di questa fonte ha un’alcalinità pari a circa 350.0 mg/l, valori intorno a 180.0 mg/l di solfati, e 110 mg/l di calcio, circa 40.0 mg/l di magnesio e una sostanziale assenza di fluoruri, cloruri, nitrati, nitriti, ammoniaca, sodio e potassio. Intorno alla polla ci sono depositi di travertino, fenomeno che denota che l'acqua della sorgente è ricca di carbonato di calcio (CaCO₃). Questo minerale si deposita quando l'acqua, proveniente dal sottosuolo, incontra l'aria e il carbonato di calcio precipita, formando strati di questa roccia caratterizzata da una struttura porosa, (famosa per la sua presenza in alcune delle più celebri strutture architettoniche e monumenti, come il Colosseo di Roma) la cui presenza suggerisce che sia attiva da molto tempo.
2004 - L'antica sorgente che serviva la frazione di Tuenetto (Foto A.Fuganti)
22-gen-2025 - L'edificio che copre la captazione della sorgente «Mollaro»
2004 Polla fonte 2 (Foto A.Fuganti)
Lungo il rio Panarotta, a quota 510 m, si trova la sorgente “Mollaro”, che, nonostante la vicinanza con il corso d’acqua non pare interferire con esso. Si tratta di una sorgente perenne, la cui opera di presa, allacciata all’acquedotto Torra, risale al 1960. Oggi è utilizzata dal Consorzio di Miglioramento Fondiario Segno-Mollaro. La sua portata media è pari a 2.6 l/s. Questa fonte forniva acqua potabile ai paesi di Mollaro e Tuenetto, e per un certo periodo veniva utilizzata solo in caso di carenza idrica. L'acqua è raccolta all'interno di un edificio che protegge il punto di captazione. Questa intercettazione avviene tramite tubi posizionati per raccogliere l'acqua dalle rocce circostanti. Al 30 giugno 2004 la portata forniva un flusso di 3 litri al secondo, i controlli effettuati hanno dimostrato che la quantità d'acqua fornita dalla fonte era stata relativamente costante nel tempo e che era pertanto sufficientemente affidabile e poco soggetta a variazioni stagionali o climatiche significative.
Questa fonte, costruita nel 1906, si trova sulla sinistra del Rio Panarotta a quota 541 m ed è costituita da un corto cunicolo progettato per prelevare l'acqua dal sottosuolo. Nel 1952 la sua captazione è stata potenziata realizzando, verso NE, una serie di sette perforazioni verticali profonde circa 15 m, dalle quali l’acqua risale naturalmente. Un ottavo pozzo, ubicato in destra idrografica del rio e profondo circa 22 m, è stato realizzato nel 1976. Nell'edificio che accoglie la polla ci sono dunque altri tre apporti. Complessivamente quest’opera di presa fornisce circa 3 l/s di acqua, oggi non più utilizzata a scopo potabile. Sono state analizzate le acque provenienti sia dalle prese in sinistra idrografica, sia dal pozzo in destra idrografica, ma le acque mostrano profili chimici del tutto simili. La struttura utilizzata per raccogliere l'acqua di questa sorgente ospita 3 polle: una raccoglie l'acqua tramite un canale artificiale che attinge dal versante destro della dolomia, una seconda raccoglie acqua tramite un canale proveniente dal versante sinistro, un terzo piccolo apporto viene da un canale che raccoglie acqua da una polla naturale della dolomia di portata molto ridotta. Il 30 giugno 2004 la quantità di acqua che scorreva era di 1 litro al secondo per tutte le altre tre polle.
2004 (Foto A.Fuganti)
2004 (Foto A.Fuganti)
2004 - Captazione fonte «Visiòla» (Foto A.Fuganti)
2004 (Foto A.Fuganti)
Sulla sinistra del Rio Maggiore, (Rio Tuenetto) nel territorio di Vervò (c.c. di Priò) a quota 487 m, nasce la sorgente carsica “Visiola”, che dispone di una portata media di 2 l/s. È una sorgente isolata, puntiforme, con regime perenne ad andamento periodico stagionale. Sgorga dalla roccia e viene raccolta con un cunicolo lungo circa 12 metri. L’opera di presa, che risale al 1923, è in cattivo stato di manutenzione ed è ubicata in località «alle Palù». L'acqua che sgorga da questa sorgente alimentava un tempo il vecchio acquedotto potabile di Dardine, oggi è utilizzata per rifornire il deposito di acqua per irroratrici (caricabotte).
Posta a quota 539 m in sinistra idrografica del Rio Panarotta, si trova l’opera di presa “Perforazione Cirò ex Torra”, che in realtà prende l’acqua risaliente da una perforazione quasi verticale realizzata in roccia nel 1976, profonda circa 22 m. Si ha una sola misura di portata, pari a 1.1 l/s. Durante lo scavo, è stata individuata una falda confinata risalente, ossia una riserva di acqua sotterranea intrappolata tra strati impermeabili, che tendeva a risalire spontaneamente verso la superficie a causa della pressione esercitata dall'acqua stessa.
25 gennaio 2025 - La testa del pozzo sul Cirò
2004 - Il punto nero indica il pozzo esplorativo sul Cirò (Foto A.Fuganti)
2004 (Foto A.Fuganti)
25 gennaio 2025
La fonte, emergente dalla parete di dolomia e coincidente con la faglia, cade nella vasca sul fondovalle in località «alle Palù» (ai piedi della cascata della «Pissarèlla») a breve distanza dalla fonte 4 in direzione nord. Durante un sopralluogo effettuato in data 25 gennaio 2025 si è individuata la polla già rilevata dal professor Fuganti e se ne è constatata una di portata molto ridotta.
Sull’area dove oggi sorge il nuovo deposito dell’acquedotto potabile che serve le frazioni di Tuenetto e Dardine, sgorga dallo strato di materiali rocciosi e detriti la fonte 7. Anticamente questa sorgente forniva acqua potabile alla frazione di Tuenetto. L'indagine fatta nel 2004 mostrò che l'acqua era visibile nell'area all'inizio di aprile, ma la sorgente era scomparsa entro la fine di giugno. La portata di questa fonte è definita irrilevante e molto variabile. Anche se l'acqua sembrava sgorgare dal detrito superficiale, si stabilì, basandosi sui valori chimici e isotopici, che provenisse originariamente da una cavità naturale nella dolomia situata sotto il detrito. Secondo alcune testimonianze, i recenti lavori per la realizzazione della galleria connessa alla funivia di Melinda, hanno determinato la scomparsa definitiva della sorgente.
2004 (Foto A.Fuganti)
2004 (Foto A.Fuganti)
2004 (Foto A.Fuganti)
La fonte 8 situata sul Cirò, nel 2004 appariva come un piccolo flusso d'acqua che sgocciolava da un tubo. Ad aprile dello stesso anno l'acqua era visibile e sgorgava da una zona in cui si trova il contatto tra due tipi di rocce: calcari bituminosi con selce e dolomia. In passato, quest'acqua confluiva in un vascone più grande che raccoglieva anche l'acqua proveniente da altre sorgenti superficiali dell'area; dal vascone veniva poi incanalata per essere utilizzata nello stabilimento della Miniera san Romedio. I lavori per la costruzione delle gallerie sotterranee (Datacenter) probabilmente hanno causato la scomparsa della sorgente.
Il tratto del rio Panarotta rilevato da Chini Corrado
Mercoledì 19 febbraio 2025, nel tratto del Rio Panarotta a monte della sorgente ex di Mollaro e Tuenetto, tra la cascata del Cirò e il piccolo sbarramento del rio un pò più a valle, il geometra Chini Corrado ha Rilevato il complesso sistema di prese d’acqua potabile, un tempo utilizzato per l’approvvigionamento delle frazioni di Segno e Torra e tracciato lo schizzo a lato. Nello specifico, sono state identificate tre prese d’acqua (A, B e C) sul versante sinistro della valle e una presa (D) insieme ad altre due derivazioni (Alimentazione 1 e 2) sul versante destro. Le prese A, B, C e Alimentazione 1 convogliano l’acqua nella sorgente 3, destinata alla frazione di Segno, mentre la presa D e Alimentazione 2 alimentano il deposito “Vasca” a servizio della frazione di Torra. Sono state inoltre rilevate due ulteriori prese, denominate “Tubo chiuso dx” e “Tubo chiuso sx”, che sono il risultato di esplorazioni fatte negli anni sessanta del secolo scorso, per captare acqua aggiuntiva da parte della frazione di Torra. Nel corso degli anni, proprio in quel tratto, si sono captate acque a servizio del magazzino Co.F.C.A. di Segno e prelievi fatti ad uso irriguo di Segno. Anche a causa della costruzione della piccola diga usata per prelevare acqua per l'agricoltura, che provocò l'innalzamento del livello idrico nell'alveo, si verificò la contaminazione di acqua non potabile nella polla a servizio di Torra e conseguente interruzione dell'utilizzo come acqua potabile. A seguito poi dell'approvvigionamento di acqua potabile proveniente dalla località «Verdés» concesso all'ex comune di Taio (oggi Comune di Predaia), tutte le fonti di acqua potabile esistenti in questo tratto di rio Panarotta, sono state dismesse e parte dell'acqua disponibile viene utilizzata per altri scopi. FOTOGRAFIE
La presa «A» a servizio di Segno
La presa «C»
Fonte sul lato destro «Alimentazione 1»; l'acqua di questa polla è condotta nella fonte «C»
Perforazione, tubo chiuso a destra idrografica
Tubazione di collegamento Prese «A-B» con Presa «C»
La presa «B»
La presa «D» (Torra) sul versante destro del rio Panarotta
Alimentazione della fonte «Vasca» a servizio di Torra
Perforazione, tubo chiuso a sinistra idrografica