Le arme della famiglia Micheli

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Gli stemmi dipinti sulla facciata della chiesa di Tuenetto

In occasione della rilevazione dell’inventario del 1774 l’Arciprete don Pietro Tomasi, al Capo I, dove descrive la venerabile chiesa figliale di Tuenetto scrive:

«Al di fuori di detta Chiesa vi è dipinta la B.V. con Bambino in braccio, di qua è di là dalla qual pittura vi sono due arme quali sono registrate nella P. V delle Scritture Canonicali folio 387 alle lettere B. C. Per altro queste due arme dipinte nella facciata della chiesa non si sa di che famiglia siano, ma se in caso si scoprisse sarà ciò registrato tra le Scritture Canonicali, ed in seguito anche nell’Archivio della Chiesa pro memoria antiquitatis.»


Al punto 2 del medesimo Capo I inoltre si legge:

«Qui pro memoria si averte che preso giù l’Altare che attacato era al muro si vide su del medemo dipinto in fresco S. Rocco quale aveva al di sotto depinta l’arme vechia semplice de Signori Titolari Conti di Thunn qual muro avendosi dovuto atterare qui sta bene registrata la memoria.»


Ancora al punto 4 dove si descrive l’altare della Chiesa di Tuenetto:

«Nel quadro di detto Altare vi è depinto il Santo [Rocco] assieme con S. Fabiano, ed in cima la B.V. con il Bambino in braccio, ed in fondo del predetto quadro vi è un arme la quale sta registrata nella Parte V delle Scritture Canonicali folio 327 libro A. Anzi qui si averte che nel muro atterato oltre l’arme descritta al n. 2 vi eran dalle parti del Santo le due arme enunziate al n.1.»


A risolvere parzialmente il dubbio dell’Arciprete Tomasi circa l’appartenenza degli stemmi araldici dipinti sulla facciata della Chiesa e sulla tela dell’altare di Tuenetto è don Giovanni Battista Menapace parroco di Torra dal 1887 al 1891. Quest’ultimo, il 4 luglio 1888, verga una nota a margine dell’inventario del 1774 del seguente tenore:

«L'altare quivi descritto fatto nel 1715 - fu a ragione distrutto per le due scabrose e sfacciate cariatidi sirene che servivano da colonne - nel 1850(?) quando si comperò l'altare di San Francesco della chiesa di Mollaro vecchia. Il quadro dell'altare quivi descritto venne poi collocato nell'altare nuovamente comperato dalla chiesa di Mollaro (da Antonio Melchiori - Sindaco e sagristano). Così su questo altare tolto il quadro accennato funsi collocata la Madonna di Lourdes - lavoro dello Schmalz di Gardena nel 188(2). Il quadro abbandonato e ripiegato fu gettato in una cassetta nella sacrestia: lo scrivente l'ha notato oggi stesso 4 luglio 1888 in uno stato deplorevolissimo; ha potuto però rilevare la scrittura seguente che era posta al di sotto del quadro e marcata sotto la cornice - per cui il suo antecessore Tomasi non potè leggerla:»


EX VOTI CAUSA HAS
IMAGINES DIPINGI CURAVIT
[***] D. EUSEBIUS DE
MICHELIS DE VIONO
ANNO D.NI 1627


«Nota che questa epigrafe è immediatamente sotto l'arme che si vede dipinta in questo Volume a pagina 327-A.
Si può quindi arguire con ogni esattezza che era l'arme della casa de Micheli di Vion; forse di quella gente il cui ultimo rampollo Eusebio Micheli morì il 10 febbraio 1888, ridotto nella miseria per la malavversione degli amministratori disperdendo una sostanza di ben oltre 30 mila... famiglia che deve esser antica e forte – che il detto Eusebio non era né vizioso né prodigo. Del resto l’arme ora non è già riconoscibile tanto è logora e sciupata la tela.»


Orbene, don G.B. Menapace assegna con sicurezza alla famiglia de Michelis di Vion, l'arme che si trova dipinta sulle due pale d'altare delle chiese di Tuenetto e Vion, ma per quanto concerne i due stemmi che erano dipinti sulla facciata della chiesa l'attribuzione è ancora incerta.

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L'arme dipinta sulle pale d'altare di Vion e Tuenetto appartenente alla famiglia «de Michelis de Vion»

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La nota di don G.B.Menapace a margine dell'Inventario del 1774

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La pagina dell'inventario del 1774 con gli stemmi riprodotti da don Pietro Tomasi