11 luglio 2001 ore 00:27

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L'impressionante scenario delle fiamme che divorano gli imballaggi di plastica

Erano trascorsi 27 minuti dalla mezzanotte del 11 luglio 2001 quando alla Centrale operativa del 115 di Trento arrivò una segnalazione di incendio presso il magazzino Cocea di Taio. Dopo pochissimi minuti, dalla vicina caserma dei Vigili del Fuoco di Taio, partì la prima autobotte; i primi volontari osservarono con sgomento le gigantesche proporzioni dell’incendio e il comandante del Corpo dei pompieri, Giuliano Chini, chiese immediatamente i rinforzi. Via radio si diramò l’allarme a tutti i Corpi dei Vigili del Fuoco della Valle e della vallate vicine. Intervenne una squadra di vigili del Fuoco permanenti di Trento con una moderna auto piattaforma del tipo “Snorkel” per affrontare l’incendio oltre che dal basso anche dall’alto. Mentre stavano ardendo ottantamila cassoni in plastica, il vento spingeva inesorabilmente le fiamme verso il magazzino; nulla sembrava arrestare il disastro. I tecnici comunali, gli operai dei consorzi irrigui con i pompieri canalizzarono tutta l’acqua disponibile alla Cocea. Fu utilizzata l’acqua del torrente che scorre vicino al luogo dell’ incendio. Dai cassoni altamente infiammabili, le vampe si propagarono alla muratura del fabbricato, contemporaneamente all’interno i Vigili muniti di protettori cercarono di impedire l’avanzata del rogo. Nelle prime ore del mattino si poté bloccare l’avanzamento del fuoco mediante un muro tagliafuoco posizionato all’interno della struttura. Da questo momento l’incendio, combattuto da più fronti, cominciò a smorzarsi lentamente fino a spegnersi verso mezzogiorno dopo 12 ore di duro lavoro da parte di 600 vigili del fuoco 28 dei quali del corpo volontario di Taio. Furono impiegati 15 chilometri di manichette, 3 autoscale, 22 autobotti, 30 motopompe, 3 ambulanze, 3 pattuglie dei Carabinieri e un numero imprecisato di tecnici comunali, della Ferrovia Trento-Malè e dei consorzi irrigui oltre al personale del magazzino Cocea.

Dalle parole del Comandante Giuliano Chini l’amara constatazione del desolante spettacolo alla fine dell’intervento:

La desolazione che una mano criminale ha causato è immane. Centinaia di uomini questa notte, adempiendo ad un obbligo che volontariamente si sono assunti, hanno messo a repentaglio la propria incolumità a causa di un uomo che per motivi ancora sconosciuti ha appiccato il fuoco colpendo un bene simbolo della laboriosità e cooperazione della nostra gente…


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I devastanti effetti dell'incendio

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Il comandante dei Vigili del Fuoco di Taio Giuliano Chini