Il luogo dell'incidente
«Non sapevo se avrei mai potuto raccontarla, questa storia»; sono le prime parole pronunciate ai Vigili del Fuoco di Taio al termine della terribile esperienza vissuta da Davide Manzoni, proprietario del Castello di Mollaro, mentre i pompieri lo toglievano da una situazione, per dirla con un eufemismo, un pò scomoda. 29 ore, compresa la notte, una notte da incubo, trascorse intrappolato in una cisterna di cinque metri per cinque tra acqua e fango. Davide Manzoni si trovava in vacanza a Dimaro, in valle di Sole, mentre la famiglia era rimasta a Milano e domenica mattina (10 giugno 2018) si era recato a Mollaro dove possiede il cosidetto Castello con le relative pertinenze. Stava compiendo dei lavori di manutenzione iniziati nei giorni precedenti nei pressi di una vasca utilizzata un tempo come depuratore e attualmente dismessa in un luogo remoto nella valle fra Dardine e Mollaro. Erano circa le dieci del mattino quando Davide è scivolato all’interno di quella vasca situata dove solitamente non passa nessuno. Un volo di cinque metri, per finire in quel “pozzo” largo altrettanto. Solo il caso ha impedito che la caduta avesse conseguenze peggiori. In fondo alla vasca c’erano circa 70 centimetri di sedimenti, acqua e fango che hanno attutito la sua caduta. Le pareti del vascone scivolose, l'acqua e la melma sotto i piedi, impedivano di uscire da quella trappola. Inutile chiamare aiuto. L’ombra dei boschi si allungava sempre di più. L’ora del tramonto. Il blu e il verde cedono il passo, tutto d’un tratto, al grigio scuro della sera e poi al buio della notte. Una notte senza voci, senza luci. Una notte da solo, ferito, in quella vasca senza sapere come e a chi poter chiedere aiuto.
La vasca a valle del castello di Mollaro
Quello che Manzoni non sapeva era che un vigile del fuoco di Taio (Tarter Maurizio) che, come i colleghi, ha cura di osservare attentamente quello che accade nel proprio comune, aveva notato una macchina parcheggiata lungo la strada, fra Mollaro e Dardine. Aveva pensato, ad un certo punto, di controllare a chi appartenesse quella vettura in apparenza abbandonata al limitare dei boschi. I vigili urbani ed i carabinieri di Taio sono riusciti a risalire al proprietario, che però non si trovava. Da Milano la famiglia aveva detto di avere sentito Davide, per l’ultima volta, nella mattinata di domenica. Poi più nulla. Poteva accadere. Gli impegni, una dimenticanza. La mattina di ieri però, con il telefono che suonava a vuoto e Davide che non si trovava, stava mettendo tutti in allarme. Nel luogo dove era stata ritrovata la macchina sono arrivati i vigili del fuoco di Taio e gli uomini della guardia forestale, allertati dai carabinieri. Una persona era scomparsa. Le ricerche sono iniziate immediatamente nei boschi, nelle campagne, poi una voce. Un flebile grido «aiuto». A sentirlo, per prima, una guardia forestale. La corsa verso quella vasca, dentro c’era Davide Manzoni. In quel buco nella terra aveva passato 29 ore. Al buio, al freddo, ferito. Alle 15 di lunedì 11 giugno 2018 la salvezza. Davide Manzoni è stato portato all’ospedale di Trento dove ha ricevuto le cure per delle ferite, fortunatamente non gravi. «I vigili del fuoco di Taio hanno dimostrato di essere molto professionali, anche in un intervento che non è ordinario» ha detto Paolo Forno, sindaco di Predaia. Loro, i Vigili del Fuoco hanno risposto: «Abbiamo fatto solo il nostro dovere».
L'Adige del 12 giugno 2018
Veduta da Dardine del Castello di Mollaro