Don Guerrino Zalla nacque alle ore 19 del 30 ottobre 1940 a Menas in alta Val di Sole. Il padre Salvatore, è un operaio forestale, poi per un periodo è minatore e quindi manovale. Il 13 giugno 1931 all’età di 30 anni, sposa Domenica Bresadola di un anno più giovane che viene da una famiglia del vicino Ortisé e avranno cinque figli: Giacomina nata nel 1932, Francesco nel 1934 e morto all’età di soli 9 mesi, Bruno nel 1936, Guerrino nel 1940 ed Enrico il più piccolo nato nel 1942. Guerrino riceve il battesimo il 3 novembre nella chiesa di Ortisé. Frequenta la scuola elementare sotto la guida della maestra Scrinzi; Guerrino è un bambino esile, di carnagione chiara come i capelli. È di carattere tranquillo e paziente, generoso nell’aiutare i compagni e soprattutto i genitori nel duro lavoro nei campi e nei boschi. Negli anni dell’infanzia Guerrino è fortemente suggestionato dal luogo delle sue origini, dalle montagne impervie che sovrastano il piccolo Menas, ma soprattutto dal vivere poveramente, in comune con tante altre persone. I poveri e la montagna saranno per tutta la vita le sue più grandi passioni. Finita la scuola elementare, sorretto dai consigli del parroco don Francesco Marcolla e dell’amata mamma, Guerrino entra nel seminario di Trento. Al termine degli studi è ordinato sacerdote dall’Arcivescovo Alessandro Maria Gottardi il 29 giugno 1966 nella cattedrale di Trento con altri 33 confratelli, con tutti manterrà un rapporto di sincera amicizia per tutta la vita. La biografia di don Guerrino è scritta in un libro dell'amico Piergiorgio Bortolotti a cui, tutti, amici, conoscenti in particolare quelli di Mollaro e Tuenetto, esprimono riconoscenza. Da questo libro è tratto il breve sunto che segue sulla vita di don Guerrino. La copertina del libro di Piergiorgio Bortolotti dedicato a don Guerrino Zalla
Il primo incarico, nell’autunno 1966 fresco d’ordinazione, lo portò a Lizzana, vicino a Rovereto e, con il ruolo di vice parroco, vi rimarrà fino al 1969. A Lizzana don Guerrino si presentò senza la veste talare, nessuno tra i cappellani fino ad allora aveva osato quella novità sospetta. Cura dell'oratorio e animazione giovanile, questi i compiti affidati al novello pretino e, grazie alla sua spontaneità, stabilì un forte rapporto con i giovani della frazione roveretana. Conclusa l'esperienza di Lizzana, nel pieno dei mutamenti epocali della fine degli anni sessanta, don Guerrino arrivò a Roveré della Luna. Qui trovò già esistente un gruppo spontaneo di giovani alla ricerca di spazi di libertà, desiderosi di vivere una fede “evangelica”. Un gruppo che diventerà sempre più numeroso e al quale si aggiungeranno tante ragazze fatto questo non frequente nelle parrocchie trentine di quegli anni. Tra le tante iniziative questi giovani si impegnavano nella raccolta di stracci e ferro vecchio per sostenere un concittadino missionario in Bolivia. Oltre a questa mobilitazione in favore dei poveri della Bolivia, si costituivano per proporre un cineforum nel tentativo di coinvolgere la popolazione nelle riflessioni sui grandi temi suggeriti dalle proiezioni. Nacquero però i primi malumori da parte di coloro che sostenevano che in quelle riunioni si facesse politica, intendendosi "di sinistra". Durante il suo operato a Roveré della Luna, conobbe don Pierino Paoli, la cui personalità umile e schiva, la fede autentica, ebbe un grande ascendente su don Guerrino. Don Pierino morì tragicamente in un incidente stradale nel 1976, ma quell’incontro influenzò le future scelte di don Guerrino. Le relazioni in parrocchia cominciarono a guastarsi e nonostante la lettera dei giovani indirizzata al Vescovo allo scopo di evitare il suo trasferimento, nel 1971 è destinato a Folgaria dove giunse con la funzione di collaboratore. A Folgaria don Guerrino trova un altro giovane prete, don Enrico Conci, col quale maturò una sincera amicizia. Entrambi di indole allegra coinvolsero i giovani seguendo schemi inediti e provocando, anche qui, lo sdegno dei perbenisti. Malgrado qualche piccola incomprensione, nella vita di don Guerrino l'esperienza folgaretana fu tutto sommato abbastanza serena.
Monsignor Alessandro Maria Gottardi conferisce l'ordinazione sacerdotale a don Guerrino. Con un gruppo di giovani al suo primo incarico a Roverè della Luna.
La dura vertenza alla Garniga
Nel 1973 fece una delle sue scelte più importanti, quella di diventare prete operaio. Non è ben chiaro come fosse nata l'intenzione di fare questa esperienza e però qualche testimone afferma che quel desiderio era già presente fin dai tempi di Roverè della Luna e comunque c'era il rifiuto di vivere alle dipendenze della struttura ecclesiastica. In ogni modo l'8 novembre 1973 don Guerrino entrò come operaio di IV livello alle O.M. Garniga di Isera una fabbrica metalmeccanica, che nel 1983, dieci anni dopo, contava 44 dipendenti tutti del roveretano. All’inizio del periodo in fabbrica, quando i compagni di lavoro scoprirono la sua condizione di prete, ci fu diffidenza nei suoi confronti, ma con il tempo riuscì a integrarsi perfettamente con i colleghi operai fino a diventare uno di cui fidarsi. Sul finire del 1982 la Garniga incontrò una situazione di crisi che intendeva risolvere con consistenti licenziamenti. Dopo la comunicazione dell' Azienda di ridurre drasticamente il personale, si aprì una durissima vertenza che, dopo ben 90 ore di sciopero, giunse ad un faticoso accordo. Don Guerrino partecipò alla lotta con convinzione e, per dirla con un termine forse logoro, ma unico, con amore. La lotta sindacale provò don Guerrino anche perchè ebbe un'appendice legale con la proprietà che si era mossa contro il Consiglio di fabbrica, l'esito del processo fu favorevole per il Consiglio del quale faceva parte anche don Guerrino. Anche per questo, ma non solo, fu accusato di essere comunista. Anziché rimanere a guardare dalla finestra la sofferenza dei suoi compagni di lavoro che chiedevano miglioramenti delle condizioni lavorative, si schierò con coraggio, senza tentennamenti dalla loro parte. E don Guerrino in tutta la sua vita non ebbe alcuna remora a sedersi acccanto agli ultimi. Nel frattempo don Giuseppe Peterlini, parroco di Marano, gli assegnò, in qualità collaboratore, la pieve di Brancolino, dove ogni domenica celebrava la messa. In quel periodo la sua dimora fu la canonica adiacente alla chiesa, un alloggio, che vari testimoni hanno descritto scomodo e soprattutto privo di riscaldamento. Ma era sempre allegro, dice una parrocchiana di Brancolino e la gente gli voleva bene. L'attività di don Guerrino non si limitò soltanto alla fabbrica, a Brancolino avviò, con la collaborazione di Luigi Movia (gesuita nato a Tolmino- Jugoslavia il 13 giugno 1930 e morto a Trento l'11 settembre 1998), un gruppo della Parola. Gli incontri, a frequenza settimanale, erano aperti a tutti e furono appuntamento fisso per una ventina di persone.
Terminato il suo impegno lavorativo alla Garniga, con la sua messa in cassa integrazione, don Guerrino fu destinato alla cura d’anime di Noarna una frazione del comune di Nogaredo poco distante da Rovereto. Prese possesso della parrocchia il 18 settembre 1983 e se si da credito ad alcune testimonianze, l'accoglienza dei paesani, fu piuttosto fredda. Probabilmente si portava appresso una fama non positiva. Era un parroco ex-operaio in cassa integrazione "in odor di comunismo". Molti invece gli amici che lo accompagnarono tanto che la Messa fu celebrata in piazza perchè la chiesa si rivelò troppo piccola. L'attività pastorale a Noarna fu incentrata su due pilastri: la fedeltà al Vangelo e al Concilio Vaticano II e per questo don Guerrino conformò la liturgia secondo i dettami conciliari. I fedeli dovevano "partecipare" e non solo "assistere" alla Messa, le letture dalla Bibbia, ad esempio, erano compito dei fedeli, e solo questa nuova prassi fu dirompente nella piccola comunità abituata da sempre a restare ferma nei banchi. Fece salire all'ambone un disabile psichico, suscitando mormorii, ma conquistandosi col tempo la fiducia dei fedeli. La sua canonica rimase sempre aperta ai senzatetto, ma anche a tossici e stranieri. Ci furono tante critiche, ma lui cercò sempre il confronto. Talvolta il faccia a faccia mancava e lui ne soffriva molto. La sua condotta di vita era fuori dalle righe, non era certo il parroco canonica-chiesa e basta. Don Guerrino amava vivere con la gente, come la gente comune. E solo per fare un esempio per lungo tempo non lasciò mai solo di notte un disabile grave, con grande sacrificio da parte sua perchè di giorno lavorava. Insomma era un prete, per dirla con papa Francesco "che puzzava di pecora", definizione che avrebbe sicuramente conquistato don Guerrino. Sempre attentissimo alla condizione dei poveri, sia di casa che dell'intero mondo, si recò in Nicaragua, in Brasile, in Salvador, ma non certo per vacanza, semmai per fare esperienze che lo potessero arricchire interiormente. Dopo essere andato una prima volta a Korogocho, una baraccopoli alla periferia di Nairobi, dove operava l'amico fraterno Alex Zanotelli, ci ritornò per far conoscere ad alcuni suoi giovani parrocchiani quella realtà. A seguito di quel viaggio nacque l'Associazione Tam Tam per Korogocho. Intanto dal 1996 fu investito anche della parrocchia di Savignano e assieme a Sasso e Noarna sono comunità che lo seguiranno sempre anche dopo la sua partenza.
La Chiesa di san Valentino a Noarna e la Chiesa di san Matteo apostolo a Sasso.
In partenza per la Terra Santa
Al Punto d'Incontro di Trento
Preparazione del Natale al Punto d'Incontro.
Don Guerrino era ancora parroco di Noarna, Sasso e Savignano quando decise di imboccare per un periodo un nuovo cammino prestando il suo servizio presso il Punto d’Incontro di Trento, cooperativa sociale di accoglienza per emarginati di ogni sorta, fondata da don Dante Clauser. Senza esibire titoli e men che meno quello di prete, con umiltà e umanità si mescolò con i poveri ai quali prestava il suo aiuto tanto da essere spesso scambiato per uno di essi. Lavorò nel laboratorio di falegnameria della cooperativa assieme ad un'altra luminosa figura trentina padre Fabrizio Forti, frate cappuccino, cappellano del carcere di Trento e fondatore e anima della mensa dei cappuccini a Trento. A don Guerrino non bastava fare il parroco, aveva da poco lasciato la fabbrica e non si tirò indietro quando l'amico don Dante lo invitò a collaborare con il Punto. Era una specie di continuità con il lavoro da operaio a fianco dei poveri, di coloro che hanno bisogno e camminare insieme a loro. Fu un capitolo della sua vita, molto positiva, perchè lì poté espletare quella che lui considerava la vera vocazione del cristiano e soprattutto trovò il calore familiare di tanti amici. Forse fu l'incontro con Alberto Maggi, teologo, biblista e religioso dell'Ordine dei Servi di Maria, che annualmente organizzava convegni e viaggi nella Terra Santa, a far maturare la decisione di recarsi a Gerusalemme per approfondire la Parola nella terra dove visse Gesù. Ottenuto l'assenso del vescovo Luigi Bressan, don Guerrino si congedò dai suoi parrocchiani che aveva servito per 17 anni e partì per Israele dove trascorse un periodo dedicandosi agli studi biblici. Salutò le sue comunità con una sentita lettera piena di riconoscenza per il bene ricevuto; scrisse: «non è un abbandono delle mie parrocchie di Sasso e Noarna e dei molti amici delle nostre vallate trentine, ma solo una necessità di ritornare alle sorgenti della mia fede». Concluse quella lettera con questa esortazione: «Nella vita ecclesiale coltiviamo l'amicizia con lui [il Signore], lasciamoci coinvolgere in una convivenza e comunione sempre più vitale e profonda... Accogliamolo e Amiamolo nei fratelli, nelle situazioni concrete del nostro quotidiano secondo le disposizioni della provvidenza. In Lui vi abbraccio affettuosamente e vi porto nel cuore per sempre. Grazie. Aggiunse a mano: Questo è anche il mio testamento spirituale che lascio a familiari e amici 7.9.2000. Nella corrispondenza da Gerusalemme che tenne con le comunità di Sasso, Noarna e Savignano traspariva il grande amore che nutriva per ii suoi parrocchiani, amore che avevano imparato a ricambiare con gratitudine.
Al rientro dalla Terra Santa, don Guerrino prese possesso della parrochia di Mollaro e Tuenetto il 9 settembre 2001. Molti ritengono che Mollaro fu una specie di confino per don Guerrino. Per l'esperienza maturata negli anni, sempre secondo i suoi estimatori, si sarebbe meritato una parrocchia di città e non una piccola chiesa di valle e per di più in Val di Non. È difficile dar torto a questa opinione. E tuttavia è altrettanto difficile negare che don Guerrino è fatto apposta per queste sfide. Cambiò radicalmente la pastorale fin lì esercitata dai suoi predecessori. A Mollaro si distinse per la forte opera rivolta in particolare ai giovani e alle famiglie, ricostituì la comunità cristiana attraverso numerose iniziative. Mai s'era visto un parroco durante la messa di insediamento pronunciare all'omelia: «Non fatemi archi o battimani, datemi un grembiule perchè possa servire». Anziché esercitare il proprio ascendente di prete per inserirsi in paese, si integrò girando tra la gente che incontrava in strada e nelle campagne. Anche nella ricca Anaunia c'erano i poveri e gli emarginati, a don Guerrino bastarono poche settimane per individuare le fragilità, che pure esistevano, nei due paesini di Mollaro e Tuenetto. E anzi invitò caldamente i componenti del Consiglio pastorale ad avere l'attenzione verso le situazioni di difficoltà e a segnalargliele. Non si astenne mai dal far riflettere la propria gente e lo fece a modo suo: le sue prediche erano provocatorie, continuamente richiamava all'attualità, a quello che si poteva fare per cambiare in meglio la vita di tutti. In varie occasioni invitò in parrocchia personalità di vario genere perché parlassero di argomenti di vario interesse allo scopo di sensibilizzare i parrocchiani sulle tematiche quali la pace, la solidarietà, la giustizia, la povertà, eccetera. Qualcuna di quelle persone le fece parlare in chiesa al momento dell’omelia. Al fine di risvegliare dal torpore i fedeli non si esimette dall’usare modi bruschi specialmente quando si accorgeva della pigrizia specie durante le celebrazioni, detestava i riti vuoti, consuetudinari. Tutte cose che a Mollaro erano fino ad allora assolutamente inedite. A don Guerrino piaceva stare in mezzo ai giovani e anche con loro usava quelle capacità di accogliere, di ascoltare di fare con loro gruppo. Portò i giovani di Mollaro e Tuenetto a Firenze ospitati da don Renzo Fanfani (che dopo la morte dell'amico don Guerrino fu collaboratore a Mollaro per un anno) a visitare la parrocchia di Alessandro Santoro parroco di frontiera nel quartiere delle Piagge. L'anno successivo don Guerrino partì con i suoi giovani al seguito alla volta di Napoli per incontrare l'amico Alex Zanotelli (da poco rientrato dallo slum di Korogocho). I ragazzi poterono gustare la Napoli turistica, ma soprattutto il quartiere Sanità uno dei rioni napoletani dove regnava l'emarginazione sociale. L'anno dopo tornarono in Toscana, dapprima ancora ospiti di don Alessandro Santoro, poi in una cascina nei pressi di Barbiana che "significa" don Lorenzo Milani. Proprio durante quel viaggio nell’estate del 2004 comparvero i primi sintomi della malattia e fu costretto a rientrare a Mollaro in ambulanza perchè febbricitante. Poi sembrò che tutto si era sistemato e don Guerrino riprese il suo apostolato con la vitalità di sempre. L'ultimo viaggio con i giovani, che doveva avere come meta Nomadelfia, a causa delle sue condizioni di salute, fu invece ad Assisi dove contava di avere più adeguata assistenza. Al rientro da Assisi il suo stato di salute peggiorò. Molto malato don Guerrino si recava a Trento ogni lunedì per sottoporsi alla chemioterapia e, spossato da quelle cure, si fermava a riposare dalla sorella a Mezzolombardo per una notte. E poi rientrava in parrocchia il mercoledì puntualmente per non mancare alla riunione del gruppo giovani. Malgrado la malattia che lo assediava non mancava di fare lunghe passeggiate, perchè, diceva, così si sentiva meglio. Combatté fin che poté. L'ultima messa a Mollaro la celebrò il 5 marzo 2006 nella casa sociale alla presenza dell'amico fraterno Piergiorgio Bortolotti, all'epoca direttore del Punto d'Incontro, al quale chiese di commentare il vangelo del giorno. Iniziarono poi i ricoveri in ospedale e, alla fine, fu degente presso l'hospice di Mezzolombardo per le cure palliative. Domenica 18 giugno 2006 centinaia di ex parrocchiani si ritrovarono nella chiesetta dell'ospedale di Mezzolombardo con l'intento di celebrare una messa con don Guerrino, ma il loro pastore non ebbe le forze per portarsi nella cappella e assistette alla celebrazione via radio dalla sua stanza. Quel giorno riuscì, con immane sforzo a reggere a decine e decine di strette di mano. Fu costantemente assistito dai familiari e da una schiera di amici che a turno non lo lasciarono mai solo. Il trapasso di don Guerrino Zalla detto el Guera avvenne il 26 giugno 2006. Il 28 giugno dopo i solenni funerali nella chiesa di Mollaro presieduti dall’Arcivescovo di Trento Luigi Bressan, alla presenza del Vescovo emerito di Huari (Perù) Dante Frasnelli e di numerosissimi sacerdoti, fu accompagnato nella chiesa di Ortisé per un ultimo commiato ed infine fu sepolto a Menas suo paese natale nella tomba di famiglia accanto al padre e alla madre.
9 settembre 2001 Entrata a Mollaro
Momenti di allegria a Tuenetto
9 settembre 2001 «Non fatemi archi o battimani, datemi un grembiule per servirvi!»
FOTOGRAFIE
La famiglia Zalla a Menas sul finire degli anni 40
L'ordinazione in cattedrale a Trento il 29 giugno 1966
3 luglio 1966 con la madre il padre e i fratelli
3 luglio 1966 Accolto festosamente dalla comunità di Ortisé-Menas
Prete novello sullo sfondo il villaggio di Ortisè
Con i giovani di Roveré della Luna
Un matrimonio a Folgaria
In montagna con i suoi parrocchiani
Don Guerrino accoglie il vescovo Sartori a Savignano
In gita con i parrocchiani di Mollaro-Tuenetto sulle Odle
16 agosto 2005 Con gli amici don Renzo e don Paolino a Tuenetto
Con Alex Zanotelli in baita
In visita ai fratelli Ermanno e Lino Allegri missionari in Brasile
Con gli amici Lino ed Ermanno
In marcia per la pace
Beati i costruttori di pace a Verona
Sul lago di Tiberiade con l'amico Piergiorgio Bortolotti
In Terra santa
L'ultima celebrazione eucaristica a Mollaro il 5 marzo 2006
Il Trentino del 27 giugno 2006
28 giugno 2006 I solenni funerali a Mollaro con l'arcivescovo Luigi Bressan
La folla intervenuta alle esequie
Amici sulla tomba di don Guerrino
Accanto ai genitori com'era la sua volontà