Luigino Paoli, la macchina dei sogni

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Luigino Paoli nel suo atelier

Luigino Paoli nasce a Mezzolombardo il 17 febbraio 1969 figlio di Marino e Dorina Melchiori. Dopo aver assolto agli obblighi scolastici, mostra da subito un grande talento per la pittura. Completamente autodidatta, inizia giovanissimo a ritrarre i famigliari in costumi settecenteschi dimostrando una singolarissima sensibilità artistica. Spinto dalla passione per i pennelli, nel 1987 inizia a dipingere i soffitti della casa dove abita con soggetti mitologici prendendo ispirazione dalla spettacolare pittura del grande Giovanbattista Tiepolo.

Nel frattempo si occupa della piccola azienda agricola della madre, che gli dà una discreta sicurezza economica, ma senza distoglierlo dal suo interesse per l’arte. Si fa conoscere nell’ambiente artistico esponendo in varie mostre sia collettive che personali in vari paesi della valle e anche fuori.
La tappa forse più importante della sua carriera di pittore in quegli anni è la partecipazione al progetto «Okollage 89»; a Luigino viene affidata infatti la realizzazione di un murales nella cittadina tedesca di Fellbach (nella regione del Baden-Wurtenberg). In Germania Luigino produce altri lavori riscuotendo un notevole successo che gli vale l’attenzione della stampa e della critica tedesche che lo salutano come un secondo Salvador Dalì, altro grande dell’arte del novecento che Luigino ama in modo particolare. E non è un amore nascosto, al contrario è manifesto, trasparente, senza ipocrisie culturali ed è proprio questa la forza espressiva di Luigino. La sua pittura è sì appariscente, ma contrassegnata dalla limpidezza e dalla schiettezza. Come succede a tanti pittori, talvolta non è compreso nella sua comunicazione artistica, in qualcuno suscita perfino sentimenti di ripulsa, specialmente quando abbina semplici elementi quotidiani con ambientazioni e simbolismi non a tutti comprensibili; ma questo è il tratto peculiare della sua arte onirica. Osservando le sue opere, non stupisce infatti, che le sue letture preferite siano le opere di Sigmund Freud, in particolare il suo testo più famoso «L’Interpretazione dei sogni».
Afferma Luigino: «La parte più vera della realtà è il sogno e l’uomo che non sa usarlo per costruirsi l’esistenza è l’uomo più povero». Luigino è a questo punto uno dei giovani pittori più promettenti e tanti seguono con interesse la sua arte suggestiva che coinvolge l’osservatore e lo conduce a personali riflessioni. Soprattutto le sue opere surrealiste, che di primo acchito lasciano perplessi, ma con l’adeguata interpretazione si “lasciano capire” e affascinano proprio per la loro originalità.
Luigino ha sempre detestato la banalità e l’arte intesa al solo fine estetico, punta piuttosto a dare un messaggio, a fare una provocazione, a proporre un’interpretazione della realtà.

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Poi, quasi improvvisamente, Luigino sembra perdersi. Di colpo si affievolisce la sua esuberanza e piano piano non si sente più il clangore della sua pittura così cangiante, così provocatoria. È lui stesso che spiega la metamorfosi:

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Le due arti (1991)

«In 10 anni o poco più si è concentrata tutta la mia attività di pittore e artista, dalla fine degli anni 80 a tutti gli anni 90. Da allora ho dipinto soltanto qualche quadro su commissione, ma sempre meno fino a declinare qualsiasi proposta che mi arrivava. Ho conosciuto e ho esposto con grandi artisti come Riccardo Schweizer che in una sua dedica mi definì “macchina dei sogni” e Ennio Lovatti solo per citarne alcuni. Quando ero giovane e si parla dall’adolescenza ai 30 anni anche la gente mi faceva sentire importate e straordinario, talentuoso e originale perché ho sempre dipinto ciò che volevo e che sentivo, non per vendere, ma per meravigliare, stupire, incantare e stordire con la mia pittura surrealista, onirica e certamente provocatoria. Ovviamente se capitava non disdegnavo di vendere, ma non era quello il mio scopo. Ho dipinto tantissimi quadri non li ho contati, forse oltre 200, poi ho eseguito disegni su vetro, murales anche a Trento in una casa privata, oltre che in Germania. Casa mia è in gran parte affrescata, è il museo privato delle mie opere. Col passare del tempo e le circostanze della mia esistenza mi hanno fatto perdere l’ispirazione. E riflettendo su questa condizione della mia esperienza, ho capito che sono un uomo come gli altri, niente di particolare e non un grande artista come un tempo la gente mi faceva sentire. Quand’ero giovane amavo mettermi in mostra, farmi notare, far parlare di me comunque, poi invece ho smesso per sempre... sono più discreto, meno vanitoso e certamente anche più pigro e disincantato. Però quello che è rimasto delle mie opere è come una traccia indelebile che ha impresso un periodo glorioso (nel mio piccolo, si capisce) della mia vita, di cui sono fiero e orgoglioso»

È l’epilogo un po’ malinconico di un’esperienza artistica che prometteva una grande affermazione e tuttavia a noi piace pensare che anche questa scelta di Luigino, così radicale e però coerente con la sua creatività cristallina, sia per se stessa una forma d’arte.


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2001 - Sguardo sulla mostra a Tuenetto



Le mostre

1988
Tuenno: collettiva
Cembra: collettiva

1989
Stoccarda Fellbach: grande murales per il progetto “okollage 89”
Cles: personale

1990
Stoccarda Fellbach: realizzazione di due grandi murales per la “Jungendhaus”
Udine: collettiva
Piazzola sul Brenta: confronti 90
Padova: collettiva
Madonna di Campiglio: collettiva
Coredo: collettiva
Trento: personale (American White)

1991
Cles: personale

1992
Trento: Murales in casa privata
Los Angeles: Artexpo California collettiva (Galleria Alba Ferrara)

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Con Riccardo Sweizer

1993
Ferrara: personale (Galleria Alba)

1994
Firenze: collettiva Associazione Gallerie Centro Storico
Lido di Camaiore: collettiva
Milano: personale (Galleria Morandi)

1995
Trentino e Alto Adige: varie collettive Gruppo Artisti Nonesi ARS 95

1998
Cles: personale

1999
Bologna: collettiva (Galleria del Centro)

I quadri di Luigino Paoli si trovano in varie regioni d’Italia e all’estero: Russia (Mosca), Spagna, Francia e Germania.

Le opere dipinte da Luigino Paoli sono centinaia queste sono quelle che abbiamo potuto recuperare, ma da questa piccola selezione si può scorgere il persorso artistico del pittore di Tuenetto. Dai primi disegni giovanili eseguiti quando non era ancora consapevole del grande talento che possedeva, fino agli affreschi della sua abitazione ricchissimi di richiami culturali classici, ma anche di messaggi personali assolutamente originali.