Fresco di ordinazione (Autoritratto)
Giuseppe Tarter figlio di Eugenio e Clementina fu sacerdote, maestro elementare, pittore e poeta. Nacque nel 1885 a Romanore vicino a Mantova dove casualmente erano in quel momento i suoi genitori ― venditori ambulanti ― entrambe di Dardine. Crebbe nel paese noneso e quelli che l’hanno conosciuto lo ricordano intelligente e di animo buono. Per qualche anno abitò con la famiglia a Mollaro nella casa tutta in legno (sulle pertinenze della attuale scuola materna) chiamata “Villino alla Croce – Villino alla Pace”. Per il suo carattere mite e per la sua intelligenza fu avviato al ginnasio di Trento. Ottenuta la maturità classica nel 1906, proseguì gli studi frequentando il corso teologico presso il Seminario Diocesano e ricevette l’ordine sacro il 10 luglio 1910. Il suo ministero lo svolse dapprima come cappellano a Trambileno poi a Tione, a Lizzana e quindi nel 1912 come curato a Sternigo villaggio nel pinetano ove rimarrà fino al 1926. Conseguita l'abilitazione magistrale nel 1923, si dedicò all'insegnamento e come maestro, dopo il primo impiego proprio a Sternigo, lavorò in parecchie altre scuole del Trentino: Nomesino in Val di Gresta, Valmorbia in Vallarsa, Segonzano in Val di Cembra, Cassana in Valle di Sole. Nel 1954 giunse in Val di Non a Mollaro concludendo qui la sua carriera di maestro elementare l'anno successivo. Il suo peregrinare per le scuole trentine terminò quindi nel 1955 quando fece rotorno nuovamente all'amatissima Sternigo dove godette della stima e dell'affetto della gente del luogo fino alla morte avvenuta l'8 dicembre 1972 all'età di 87 anni. Don Giuseppe riposa nel cimitero di Baselga di Piné. Tanto è amata e conosciuta la sua figura, che a Sternigo gli è stata intitolata la strada principale e - a Baselga di Pinè - porta il suo nome la Scuola secondaria di primo grado. Del resto, don Giuseppe, pur essendo noneso si considerava anche sinceramente «pinàitro».
A Sternigo nella canonica dove visse don Giuseppe, andò ad abitare verso la fine degli anni ’70 don Giovanni Avi (anch’egli pinetano di Tresilla). Don Giovanni svolse un’accurata ricerca iconografica della produzione di don Giuseppe Tarter e, in collaborazione con Elio Fox, pubblicò un volume interamente dedicato alla sua opera poetica.
Don Giuseppe aveva una personalità originale e delinearne un profilo umano e artistico è abbastanza difficile. Fu un uomo di grande valore che affidò alla pittura e alla poesia l’espressione della sua sensibilità artistica; per tutta la vita infatti, affiancò alla sua attività di prete e maestro anche quella di pittore e poeta. Come spesso accade, non fu particolarmente apprezzato quand’era in vita e ben pochi erano a conoscenza della sua vasta produzione artistica sia poetica che pittorica. Pittore A colmare questa lacuna fu una mostra retrospettiva allestita a Baselga di Pinè nel 1999. Accanto a questa esposizione fu pubblicata una monografia curata da Renzo Francescotti dal titolo «Don Giuseppe Tarter, il Pittore degli Angeli» nella quale l’autore scrive “don Giuseppe Tarter è un personaggio, un artista singolare ancora tutto da scoprire”. Sorprendente la sua produzione artistica sia per quantità e varietà di opere che raggiungono talvolta livelli qualitativi ammirevoli se si considera che don Giuseppe non poté compiere studi accademici.
Maestro elementare
Don Giuseppe eseguì prevalentemente opere a soggetto religioso. Oltre alle pitture murali in diverse chiese del Trentino produsse diverse pale d’altare; di queste ne restano cinque: una a Miola di Pinè del 1921 che raffigura la Madonna col Bambino e ai piedi san Rocco e san Sebastiano; una seconda a Ferrari (frazione di Baselga di Pinè) del 1923 con soggetto la Madonna col Bambino, senza santi, ma con la rappresentazione del paesetto alla base; un’altra, di straordinaria bellezza per i colori e la raffinatezza della figura, nella chiesa di Trambileno dipinta nello stesso anno raffigurante san Rocco; quella della Chiesa di Pozzacchio (Vallarsa) del 1934 - una delle più grandi - con la Madonna Assunta, Sant’Antonio abate e sant’Antonio da Padova; l’ultima, eseguita nel 1966, nella Chiesa Parrocchiale di Sinigo (Merano) raffigurante san Giusto. I dipinti murali rappresentano la parte più vasta dell’opera di don Giuseppe: nel 1931 decora il battistero della chiesa di Valle san Felice, (frazione del comune di Mori in val di Gresta); l'anno successivo a Nanno eseguì una Madonna tra due Angeli. Sempre a Nanno è ancora custodita nel municipio del paese la grande tela raffigurante Gesù fanciullo. Nel 1933 a Ceola in Val di Cembra, affresca un'Annunciazione e la Natività di Gesù. Tra i più importanti dipinti su parete è da ricordare nella chiesa di Valmorbia una Presentazione di Maria al Tempio dipinta nel 1933 inoltre un’Annunciazione, lo Sposalizio di Maria, la via Crucis pittata nel 1940. Nel 1937 dipinge a Tenno l’Annunciazione (tema prediletto da don Giuseppe) e altre scene a soggetto mariano. Del 1939 il ciclo di notevole qualità nella chiesa di Dietrobeseno con Figure di Angeli, una Vergine e Angelo dell’Annunciazione. Un trionfo di Angeli che gli valsero l’epiteto di «Pittore degli Angeli». Altri lavori ha eseguito nelle chiese di Roncegno (1941), Cassana in val di Sole (1947), Piano di Parrocchia (1951), e infine a Sternigo dopo il 1956. Purtroppo alcune sue pitture murali sono state scialbate ― e c’è da chiedersi perché ― nelle chiese di Raossi e Parrocchia in Vallarsa, a Cassana in val di Sole, a Canale di Pergine, ad Agrone nella Valle del Chiese. Don Giovanni Avi, curatore della mostra retrospettiva del 1999 scrive: “È del 1905 la sua prima opera pittorica documentata: la Crocifissione del capitello a Mollaro (ora scomparsa)”. Nulla sappiamo di tale opera, è certo invece che affrescò nel 1948 il capitello di Mollaro appena ristrutturato dalla ditta «Paravinil»: due angeli oranti e altri fregi, qui appose la sua firma D.Giuseppe Tarter 15/9/1948. Oltre alla cospicua produzione pittorica non vanno tralasciati i sipari teatrali, i ritratti a carboncino, a matita colorata, a penna, gli acquerelli e i quadri ad olio. Il colore è l’elemento cruciale dei suoi dipinti; tinte calde e vibranti, una fantasia creativa, che ricorda la corrente artistica dei Fauves.
Poeta
A far conoscere la produzione poetica di don Giuseppe è stato pubblicato un libro a cura di Giovanni Avi e Elio Fox dal titolo «Poesie di don Giuseppe Tarter» edito dal Comune di Baselga di Pinè. La prima poesia che si conosce di don Giuseppe è del 1909 scritta in occasione dell’ordinazione sacerdotale del fratello don Cirillo. Don Giuseppe scrisse in lingua italiana, ma anche tanto in dialetto (sia noneso che pinaitro). Nella poesia in italiano dimostra una preparazione culturale di primo livello, data dai suoi studi classici e teologici. Nella poesia in vernacolo invece don Giuseppe rivela il suo spirito satirico ed ironico, ma sempre bonario; osservando e cogliendo gli aspetti comici o ridicoli della gente, con l'uso del dialetto li rese più spontanei e freschi. Nella poesia come nella pittura il mondo di don Giuseppe è sereno, armonioso, a volte svagato nonostante la sua vita di prete non sia stata priva di incomprensioni e qualche amarezza.
Ascolta: De sera… Dialogo fra nonna e nipotino
Ascolta: Il pioppo della Croce a Mollaro
1955 ritorno a Sternigo
La casa dei Tarter «fazzolari» a Dardine
1954 con i suoi scolari a Mollaro
La scuola primaria pinetana intitolata a don Giuseppe Tarter
In pensione a Sternigo
La canonica di Sternigo domenica 24 marzo 2024
La tomba nel cimitero di Baselga di Piné dove riposa don Giuseppe Tarter
Via don Giuseppe Tarter a Sternigo
La chiesetta di santa Giuliana a Sternigo (24 marzo 2024)
Fiori rossi
Angeli
Il capitello a Mollaro
Gladioli
Natività
Annunciazione tema assai caro a don Giuseppe
Per gli sposi
Ecce ancilla domini
Tripudio di angeli a Valmorbia