I soprannomi delle famiglie
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Soprannomi su una vecchia carta del 1876: "rosat, biana, frìol, bolpe"





Il soprannome è utilizzato per riconoscere diverse famiglie che portano lo stesso cognome e che vivono nello stesso paese, pur non facendo parte della stessa casata o non avendo comunque rapporti di parentela. Nella maggior parte dei casi è attribuito ad una persona e poi è esteso alla sua famiglia; il soprannome ha origine dalle caratteristiche fisiche, dalle abitudini, dal mestiere o dalla provenienza geografica del soggetto stesso. Il soprannome delle famiglie è particolarmente presente nella nostra zona.
Nella Pieve esistono molti casi in cui il soprannome, nasce proprio dall’esigenza di distinguere quei nuclei familiari che hanno lo stesso cognome pur non essendo imparentati tra di loro.
Nel corso delle ricerche genealogiche compiute, si sono incontrati numerosi soprannomi della Pieve di Torra moltissimi di essi tuttora in uso. In questa breve elencazione ne riportiamo svariati, ordinati alfabeticamente; ogni appellativo è indicato con il relativo cognome, seguito dal paese e quindi da brevi considerazioni od eventuali ipotesi di derivazione.
Quelli in neretto riguardano famiglie di Tuenetto.



Anzolini

Coletti a Tuenetto ― La famiglia è originaria di Torra e a Tuenetto si è insediata alla fine dell’800. In un documento del Comune di Tuenetto datato 22 maggio 1884 si legge “… Nicolò fu Giovanni Colletti di Torra individuo forestiere il quale tenghi una permanente dimora nel Comune di Tuenetto”.
Dal nome del predecessore Angelo detto Anzolìn 1888-1960.

Bagòzi

Magnani a Segno, Tuenetto ― La famiglia è oriunda di Segno e a Tuenetto il soprannome è giunto al seguito di Teofilo Magnani che sposò, alla fine degli anni trenta del Novecento, Giuseppina Melchiori dei bolpi (vedi).
L’appellativo deriva certamente dal dialetto trentino dove «bagòz» significa ragazzo piccolo o uomo di bassa statura (e tuttavia questo termine non è riportato da E. Quaresima nel suo Vocabolario anaunico e solandro).

Balóni

Conci a Mollaro ― Ramo della schiatta dei Conci di Castel Mollaro il cui capostipite fu Carlo Pancrazio (1690-1754). Molto stimata questa famiglia è oggi scomparsa da Mollaro non avendo discendenti maschi. Di questa gente si ricordano Iginio insegnante e cultore di storia locale e il fratello Bruno apprezzato agente di vendita di prodotti antiparassitari. Silvia (1909-1991), fu per molti anni addetta dell’Ufficio postale di Mollaro.
«Balón» nel dialetto noneso ha varie accezioni: vendifrottole, pallone, ernia, ma anche grosso ciottolo tondeggiante.

Beretazzi

Pinter a Dardine ― Il cognome Pinter a Dardine compare con Ottone, originario di Laghetti di Egna (BZ), che sposò nel 1916 Zeffirina Maria Frasnelli (1896-1979). Zeffirina, appartenente alla famiglia delle ernèste (vedi) era detta «Maria beretazza» e trasmise così questo epiteto ai Pinter.
Dal dialetto beréta, berretto.

Bernardini

Rollandini a Mollaro ― La famiglia Rollandini ricoprì molta importanza a Mollaro specie nell'800. Di questa casata fu membro quel dottor Melchiade protagonista de «L’operazion» una delle “storie” di Arcangelo Lucchi (vedi «El gómbet e altre storie»).
Vedi anche parolòti.
Dal nome proprio dell’antenato Bernardo (1821) vissuto nella prima metà del ‘800.

Biani

Melchiori a Tuenetto ― Ceppo dei Melchiori da sempre a Tuenetto e ancora attualmente rappresentato. Le origini del soprannome sono da attribuire alla provenienza dell’antenata Lucia Filippi (1787(9)-1841) che sposò Simone Melchiori (1783-1831) il 3 giugno 1806. Lucia oriunda di Albiano in Valle di Cembra era detta «Biana», così trasferendo l'appellativo a tutta la discendenza.

Boèmi

Tarter a Dardine ― Famiglia ancor bene rappresentata nella frazione, rappresenta uno dei rami più importanti della genealogia dei Tarter. Nella seconda metà dell’800 molti lavoratori trentini (cosiddetti aizimpòneri da Eisenbahn, ferrovia) furono coinvolti nella costruzione di strade e ferrovie nei paesi dell’est Europa. Questo soprannome deriva dalla nazione di provenienza ― la Boemia ― dell’antenata Anna Koulavj moglie di Tobia Tarter fu Giovanni emigrato in quella regione.

Bolpi

Visintainer a Torra e Mollaro, Tarter a Dardine e Melchiori a Tuenetto ― Questo soprannome ha origine in tutti i casi ― tranne in quello dei Melchiori di Tuenetto ― dalla dinastia Visintainer di Torra. Il soprannome «Bolpi» ai Tarter di Dardine fu acquisito grazie al matrimonio tra Giuseppina Visintainer (1885-1956) di Torra con Angelo Tarter (1876-1952) dei monegini (vedi).
I «Bolpi» a Mollaro sono gli stessi Visintainer di Torra il cui ramo guidato da Silvio Nicolò (1890-1970) al termine della prima guerra mondiale si trasferì a Mollaro.
I «Bolpi» a Tuenetto non avrebbero alcun legame con i Visintainer di Torra e tuttavia sono così soprannominati dall’800; scorrendo i matrimoni della famiglia non si trova rapporto con la schiatta di Torra. Il predecessore Ferdinando (1840-1905), nei documenti ottocenteschi era comunemente appellato col soprannome di «bolpe».
Dal dialetto «bólp», volpe.

Bóra

Chini a Mollaro ― La famiglia ha origini vervodane ed è presente a Mollaro dagli anni cinquanta. Il capostipite Luigi (1917-1983) fu addetto per diversi anni presso la segheria di Battista Nicoletti di Vervò detto zópa (vedi) in località “Pausa” a Mollaro.
Dal noneso «bóra», tronco.

Capetani

Rollandini a Mollaro ― Ramo della cospicua famiglia Rollandini ora non più esistente e della quale abbiamo già trattato alla voce bernardini (vedi). Annovera tra i suoi tanti membri Guerino (Quirino), «Benemerito per le cariche di fabricere, capocomune, preside scolastico».
Con molta probabilità l’epiteto deriva dalla condizione di un ascendente con il grado di “capitano”.

Ciaiòi

Covi a Segno ― Quella dei Covi di cui trattiamo è la stirpe che dà il nome al colomello della piazza di Segno.
Nel dialetto della Pieve il «ciaiòl» è il tarlo del legno e anche la tignola dell'uva (Cfr. E.Quaresima, pag. 77).

Ciaséta

Chini a Torra ― La famiglia è così soprannominata perché abitava una piccola casa che sorgeva a ovest dell’abitato di Torra nelle adiacenze della fontana. Entrambe le costruzioni sono state demolite.
Dal dialetto «ciaséta», casetta.

Claci

Frasnelli a Mollaro ― Storica famiglia del paese il cui esponente più noto fu Antonio Frasnelli detto «Caràco» (1864-1941); molti ricordano anche Giuseppina detta «Bepi clacia» (1871-1953), nubile, zia di Giuseppe (1897-1967) ultimo discendente del ramo soprannominato a sua volta giódi (vedi) e che abitò nella casa avita detta della meridiana a Mollaro.
L’origine di questo soprannome è oscura, si ipotizza una espressione onomatopeica.

Clàmeri

Bertoluzza a Mollaro, Tuenetto ― La famiglia nella Pieve è oggi scomparsa. Originaria di Toss, possedeva un mulino sulla Pongajola tra Dardine e Toss. Francesco Bertoluzza (1868-1940) negli anni ’20 del secolo scorso gestì per un breve periodo l’unico albergo di Mollaro in località "Pausa". L’ultimo dei «Clàmeri», Carlo (1899-1990), visse gli ultimi anni a Tuenetto nell’abitazione ora Casa sociale.
La derivazione di questo soprannome è incerta; probabilmente viene dal cognome Clamer discretamente diffuso soprattutto sull'altopiano della Paganella.

Colodéti, Colòdi, Colodini

Chini a Torra, Mollaro ― Tra gli svariati soprannomi affibbiati alla dinastia dei Chini e alle sue numerose diramazioni, troviamo Colodéti, Colòdi, Colodini
I Colodéti sono un ramo dei Chini di Torra così soprannominati dalla fine del '700.
I Colòdi sono i Chini di Mollaro; da questi hanno origine a loro volta i Gnesòtti (vedi).
Infine i Colodini ceppo oggi scomparso in quanto l’ultimo erede maschio, Massimiliano (1867-1919) detto «Colodìn», emigrò negli USA ove morì.
Pur non avendo specifico legame di parentela tutte queste famiglie hanno il soprannome che origina dal nome proprio Niccolò sempre presente nelle rispettive genealogie.

Colodóni

Coletti a Torra ― Come tante altre famiglie della Pieve, anche questa dei «Colodóni», un tempo molto numerosa, è scomparsa almeno nella Pieve di Torra.
Anche questa progenie prende il soprannome da Nicolò che per aferesi diventa Colò. Nella fattispecie di questa famiglia, l’antenato Nicolò nato nel 1846.

Colotèlli

Magnani a Mollaro ― Anche qui diminutivo di Colò a sua volta dal nome proprio di Nicolò 1850-1934 detto «Colotèllo». Vedi tèlli.

Da la Cianva

Tarter a Dardine ― La famiglia che porta questo soprannome abita la casa colonica che porta il nome di «Mas de la Cianva» che sorge isolata a monte del paese.
L’antico stabile, nel lontano passato, era adibito a cantina (in dialetto cianva) dei conti di Castel Thun da qui l'appellativo.

Danièi

Frasnelli a Mollaro ― Ramo dei Frasnelli di Mollaro che si estinse all’inizio del ‘900 con la morte dei due discendenti maschi Epifanio (1876-1906) e Angelo (1880-1915) caduto della prima guerra mondiale.
Dal cognome dell’antenata Maria Danieli (1851-1918) che sposò Angelo (1828-1880).

Doardèi

Tarter a Dardine ― Diramazione della numerosa stirpe dei monegini/bolpi (vedi).
Dal nome proprio del predecessore Edoardo, Doàrdo, (1880-1969).

Doardi

Coletti a Torra ― Famiglia molto numerosa che a Torra non conta più alcun esponente. La famiglia è appellata anche con il soprannome di lalli (vedi).
«Doàrdi» ha origine dal nome dell’antecessore Odoardo (1876-1948) stimato capo-cantiere alla Miniera san Romedio negli anni '30.

Dòri

Melchiori a Tuenetto ― Distinta famiglia di Tuenetto tra i cui membri spicca la figura di Felice (1843–1923); della casata furono chiari esponenti pure i sacerdoti Monsignor Emanuele (1864-1935) amministratore della mensa vescovile, don Angelo (1877-1966) insegnante e buon poeta e Padre Clemente (1880-1957) frate Minore dei Cappuccini che fu Superiore nel Convento di Fiera di Primiero.
Precedentemente la famiglia era soprannominata zanantòni (vedi).
Il soprannome viene dall'antecessore Teodoro (1866-1945) – per aferesi Dòro – che fu l’ultimo capo comune di Tuenetto prima dell’accorpamento nel comune di Taio.

Ernèste

Frasnelli a Dardine ― Ceppo dei Frasnelli ora estinto la cui casa avita è al civico 48 di via San Marcello. Di questa famiglia faceva parte Goffredo Tullio (1912-1994) detto «Tulliazzo» personaggio assai noto nella Pieve.
Dal nome del predecessore Primo Ernesto (1906-1969).

Ferari

Frasnelli a Mollaro ― Linea della famiglia Frasnelli estintasi con Severino (1897-1919) caduto della Prima Guerra Mondiale.

Di Severino partito per il fronte galiziano si perse ogni notizia e venne dichiarato morto in quanto «In comune deve ritenersi che non sia sopravvissuto dopo il 1° marzo 1919.»

Da «ferar», fabbro.

Flóri

Covi a Segno ― Famiglia di Segno, oggi estinta, la cui casa avita corrisponde con l’attuale Museo Chiniano.
Dal noneso «flór», fiore, fioritura.

Frìoli (Frìgoi)

Melchiori a Tuenetto ― La famiglia è tuttora ben rappresentata a Tuenetto. Nota in tutta la Pieve e non solo, per la segheria condotta dai fratelli Luciano e Danilo.
In una vecchia carta vergata il 19 settembre 1832 si legge di un certo Antonio Melchiori del fu Valentino detto «frìol», da tempi remoti dunque la famiglia era così appellata. La famiglia ha tramandato la memoria che il soprannome derivi dalla provenienza friulana di un antenato/a. Allo stato delle cose non è possibile avvallare questa ipotesi. Altra supposizione potrebbe essere l’origine da Federigo (Federico) sincopato in Frigo che diventa a sua volta Frìol.

Ghìmpei

Dolzan a Dardine ― Questa famiglia, originaria di Toss, sopravvive (2022) a Dardine con due sole persone entrambe donne.
Dal noneso «ghìmpel» nome del ciuffolotto o monachino, uccello simile al passero.

Giódi

Frasnelli a Mollaro ― Ramo del ceppo dei claci (vedi), che oggi non annovera più maschi tra i discendenti. Capostipite fu Adelo (1866-1905) nato nella casa detta della meridiana a Mollaro.
Dovrebbe derivare da Gió, abbreviativo di Giovanni.

Gnesòtti

Chini a Mollaro ― Ramo, oggi estinto, dei Chini detti colòdi (vedi) a Mollaro.
L’appellativo deriva da Agnese («Gnese») Chini (1739-1819) che sposò Giannicolò Chini (1736) nel 1759.

Lalli

Coletti a Torra ― Famiglia conosciuta anche con l’epiteto di doardi (vedi).
Ignota l’origine di questo soprannome, forse si tratta di una forma bambinesca.

Lèsti

Gentilini a Torra ― La famiglia Gentilini, originaria di Romallo, è presente a Torra dall’inizio dell’800. Negli ultimi decenni è divisa tra «Lèsti» e paludi (vedi). Esponente di questa famiglia, molto noto nella Pieve, fu Oreste (1919-2018) uno dei pochi testimoni sopravvissuti all’eccidio dell’isola di Cefalonia, nel 1943, durante la seconda guerra mondiale.
Dall’abbreviativo di Celeste (1888-1969) Lèste.

Lòngi

Chini a Segno ― Ramo dei molteplici ceppi dei Chini a Segno. Componente molto noto nella Pieve fu Silvio (1928-2020) detto Lònc’ apprezzato cooperatore in diverse società, principalmente la Co.F.C.A. di cui fu fondatore. Per molti anni e fino alla morte fu promotore e presidente dell’«Associazione Padre Kino».
Dal dialetto noneso «lònc’», lungo e qui nel senso di alto di statura.

Luiziòti

Melchiori a Tuenetto ― Famiglia storica di Tuenetto che non ha discendenti maschi. Apprezzato membro di questa famiglia fu Anselmo (1921-2012), agricoltore e cooperatore; per diversi anni svolse l’attività di Giudice conciliatore del Comune di Taio.
Con ogni probabilità il soprannome «Luiziòti» discende dall'antenato Luigi vissuto nella seconda metà del ‘700, nel registro dei nati Aloisio.

Anselmo con il fratello Tullio erano soprannominati pòri òumni.

Maestroni

Tarter a Dardine ― La famiglia ora estinta, includeva tra i suoi membri alcuni religiosi (come appare dalla lapide di famiglia posta nel cimitero di Dardine). Esponente della famiglia molto noto nella Pieve fu Arcangelo (1904-1983), spesso presente nelle sagre accompagnato dalla sua chitarra, è commemorato con una lapide nel cimitero di Taio.
Derivante da maestro, con accrescitivo forse ironico.

Malenai

Coletti a Torra ― Tra le più significative famiglie di Torra è molto nota in tutta la Pieve per il secolare servizio di custodia della Chiesa di sant’Eusebio. Ultimo sacrestano, appartenente a questo ceppo fu Alberto (1948-2019).
L’origine di questo soprannome è incerta, forse deriva da «malegnaza» esclamazione equivalente a «caspita!» (Cfr. E.Quaresima, pag. 248).

Marciòri

Melchiori a Tuenetto ― La famiglia pochi decenni fa molto numerosa, oggi è scomparsa (nel dicembre del 2020 fu alienata anche la casa avita). nella discendenza di questa schiatta all’inizio dell’800 si annoverano diversi membri col nome di Melchior (o Melchiore) da qui il soprannome.

Martìn

Chini a Segno ― Antichissima stirpe dei Chini a Segno che comprende altri rami con i propri soprannomi.
Dal nome Martino (1661) capostipite della famiglia (Cfr. M.B.Chini, Memorie e genealogia dei Chini di Segno d'Anaunia).

Masadóri

Melchiori a Tuenetto ― La famiglia ben rappresentata ancora a Tuenetto, è oggi soprannominata peri (vedi).
Nella seconda metà dell’800 e per molti anni era a servizio della famiglia Conci di Castel Mollaro da qui il soprannome di «masadór», mezzadro.

Menòra

Magnani Segno, Taio ― Famiglia molto nota nell'ex Comune di Taio, ha annoverato tra i suoi membri Mario già sindaco e assessore provinciale ed Ennio membro di consigli d'amministrazione di diversi organismi agricoli.
Con ogni probabilità dal dialetto nòra, nuora che preceduto dal pronome «me» diventa «menòra», mia nuora.

Minòti

Chini a Segno ― Forse dal noneso «minòt», gattino.

Mòceni

Chini a Segno ― Ramo della famiglia martìn (vedi).
Si attribuisce l’appellativo al fatto che l’antenato Giacomo (1763) lavorò nelle miniere della Valle dei Mòcheni (Cfr. M.B. Chini Memorie e genealogia dei Chini di Segno d’Anaunia.

Molinari

Frasnelli a Mollaro ― Questo appellativo era attribuito alla famiglia Frasnelli prima che venisse soprannominata nati (vedi). A Segno esiste lo stesso soprannome per una famiglia Chini detta appunto «dei molinari».
Da molinar, mugnaio.

Monegini

Tarter a Dardine ― I Monegini sono appartenenti alla cospicua dinastia dei Tarter a Dardine. Da questi si dirama la linea dei bolpi (vedi) ancora presente a Dardine.
Dal noneso «mónec’», sacrista.

Morati

Chini a Segno ― I «Morati» sono di gran lunga la schiatta dei Chini a Segno più numerosa.
Si presume che l’appellativo derivi dal cognome della moglie di Salvatore (morto il 29 settembre 1688), Maria Moratti da Tuenetto, (morta il 22 febbraio 1689) coniugatisi nella seconda metà del ‘600.

Mutuèi

Chini a Segno ― La derivazione di questo soprannome è incerta, forse dal noneso «mut», sordomuto.

Nati

Frasnelli a Mollaro ― Molto ben rappresentata, la famiglia esprime da diversi decenni il sacrista della chiesa di San Marco a Mollaro.
Dal nome proprio dell’antecessore Fortunato 1870-1950 detto Nato.

Òe

Frasnelli a Dardine ― Questa famiglia Frasnelli ha tra i suoi membri Monsignor Dante (1925-2020), missionario della Congregazione degli Oblati di San Giuseppe Marello di Asti che fu vescovo di Huari in Perù.
Dall'indagine svolta tra i discendenti, il soprannome sarebbe riferito solo a Remo (1923-2004) e la sua origine è ignota, forse parola onomatopeica.

Paludi

Gentilini a Torra ― Condividono a Torra lo stesso cognome Gentilini con i lèsti (vedi). Con Giuseppe, deceduto nel 1989, la famiglia si è estinta.
Il noneso «palù», ossia palude, e il suo plurale «paludi»), farebbe supporre l'origine di questo soprannome.

Parolòti

Rollandini a Mollaro ― Ramo della famiglia Rollandini oggi non più presente a Mollaro. L’ultimo esponente che morì a Mollaro fu Ettore (1941-2015).
Palese la derivazione da «parolòt» ramino, calderaio.

Péri

Melchiori a Tuenetto ― Precedentemente la famiglia era soprannominata masadori (vedi) e anche zèssi (vedi).
Dal nome dell'antenato Pietro (1877-1954), conosciuto in tutta la Pieve con l'appellativo Péro da le mili art.

Perinòti

Frasnelli a Mollaro ― Nota famiglia dalla quale proviene don Adelio Frasnelli, benefattore della chiesa di Tuenetto. Figlio di questa stirpe fu Massimo (“Massimino”) sacerdote decorato per meriti civili durante la prima guerra mondiale quando era parroco a Meano di Trento.
Derivato dal nome proprio Péro, probabilmente quel Pietro, di professione falegname, nato nel 1830.

Peroègna

Casagrande a Tuenetto ― La famiglia Casagrande si insediò a Tuenetto nella seconda metà dell’800 con l’arrivo in paese di Pietro (1864-1939) la cui origine era Cognola (Trento), ma proveniente da Egna (Bolzano). Membro noto dei Casagrande di Tuenetto fu don Antonio (1861-1936) per un trentennio priore del Santuario di San Romedio. Più vicino ai nostri giorni Pietro (1937-2008), indimenticato presidente della Bocciofila La Pieve.
Derivante dalla provenienza del Pietro (1864-1939), cioè Egna (BZ)

Péti

Tarter a Dardine ― Uno dei tanti rami della casata dei Tarter a Dardine. Famiglia molto numerosa nella prima metà del secolo scorso, oggi con la morte dell’ultimo discendente Fabio (1930-2020) è scomparsa.
Dal dialetto «pét», peto.

Pìnteri

Perenthaler a Taio ― Famiglia residente a Taio presumibilmente dalla fine del ‘700. Esponente di questa famiglia è Gino (1949) titolare della ditta Italbastoni, produttrice di bastoni.

In un atto di matrimonio del 1826 si legge a proposito dello sposo: “Giuseppe Brentaller figlio di Giuseppe e di Anna nata Inama di Dermulo coniugi, nato in Ghirla (Cornaiano) li 21 Febbraio 1802 abitante da molti anni in Taio, di professione pinter ossia bottaio…”.

Dall’antico termine tirolese «pìnter», ovvero l’artigiano che costruisce mastelli, secchi e botti in doghe di legno.

Polènti

Tarter a Dardine ― Ramo dei Tarter a Dardine che un tempo molto nutrito, sopravvive oggi con un solo nucleo famigliare. Membro di questa schiatta, molto noto nella Pieve, fu Ettore (1942-2020) presidente per molti anni della Polisportiva Amici dello Sport.
Derivato da polenta.

Pùa

Lucchi a Vion, Mollaro ― Famiglia originaria di Vion trasferitasi negli anni ’70 del secolo scorso a Mollaro.
In dialetto noneso col termine «pua», ormai in disuso, si designa un ragazzetto.

Nel dialetto tirolese, col significato di discolo, c’è la parola «Puab».

Regini

Chini a Segno ― La famiglia è così soprannominata dal 1758.
Derivato da regina.

Ròchi

Melchiori Tuenetto ― Famiglia tra le più rappresentative di Tuenetto è ancora oggi ben rappresentata.
Prende il proprio soprannome dal predecessore Rocco (1874-1938).

Rossati

Chini a Mollaro, Segno ― Ramo della vasta famiglia detta martìn e sopra denominata mòceni (vedi).
«Rossàt» nel dialetto noneso significa uomo di carnagione chiara o rosso di capelli.

Saltóri

Tarter a Dardine, Mollaro ― Uno dei ceppi della schiatta dei Tarter tra i più cospicui, ancora oggi presenti a Dardine e Mollaro. Di questa famiglia fu membro assai conosciuto Anselmo (1925-2000) fondatore della Paravinil fabbrica insediatasi a Mollaro negli anni ’50 e che diresse fino al 1967.
Antonio (1806) detto «Moneghin» (vedi monegini) di professione sarto, in dialetto saltór, dà il soprannome a questo ramo della casata.

Sóres

Chini a Torra ― Questa nota famiglia di Torra si divide in due rami: zipriani (vedi) e «Sóres».
Aveva il soprannome «sóres» ― topo in lingua nonesa ― il predecessore Giovanni (1781) appellativo che trasmise alla famiglia.

Rodolfo fu Placido (1916-1994) membro di questa famiglia fondò il «Rifugio Sóres» oggi rinomato hotel in località Predaia.

Tèlli

Magnani a Mollaro ― La famiglia è presente a Mollaro almeno dall'inizio del 1700 ed è la stessa dei colotèlli (vedi) del quale soprannome è un'abbreviativo.
Dal nome proprio dell’ascendente Nicolò (1850-1934).

Tiliòti

Coletti a Mollaro ― Questa famiglia si stabilì a Mollaro proveniente da Torra dopo la Prima Guerra mondiale. Ultimo membro della famiglia residente a Mollaro fu Remo (1916-1982) che morì celibe.
Deriva da Attilio (Ottilio) (1864-1960) detto Tiliòt.

Zanantòni

Melchiori a Tuenetto ― Antico soprannome della famiglia oggi detta dòri (vedi). Questa casata è oggi scomparsa da Tuenetto ed è la stessa che diede i natali a Felice, maestro elementare e stimatissimo amministratore di vari comuni e imprese, nonché dei fratelli sacerdoti Emanuele, Angelo e Candido (Padre Clemente). Teodoro, altro esponente di questa famiglia fu l'ultimo sindaco del Comune di Tuenetto prima del suo accorpamento in quello di Taio.
Dal nome proprio dell’antenato Giovanni Antonio (1795-1876) in dialetto Zanantòni.

Zènto òumni

Lucchi a Vion ― Soprannome rilevato senza altra spiegazione sulla sua origine.
Espressione nonesa, letteralmente Cento uomini.

Zèssi

Melchiori a Tuenetto ― Altro epiteto dei péri (vedi) e dei masadori (vedi).
Il termine è derivante da «zessàr», indietreggiare. In relazione a questo soprannome una possibile spiegazione potrebbe essere quella tramandata dalla famiglia che racconta di un antenato il quale dovendo trasportare dal bosco un grosso tronco l’avesse fatto posizionandolo sul carro con la cima in avanti quando è regola di base trasportare tale carico con la cima all’indietro.

Zesséti

Covi a Tuenetto ― Famiglia insediata a Tuenetto all’inizio dell’800 proveniente da Segno. Da tempo immemorabile la famiglia svolge il servizio di sagrestano della chiesa di san Rocco a Tuenetto.
Analogamente a zèssi (vedi), anche questo soprannome si fa originare dal verbo «zessàr», indietreggiare.

Zipriani

Chini a Torra ― Storica casata di Torra oggi non più esistente in paese. Imparentata con la schiatta dei sóres (vedi).
Dal nome proprio dell’antenato Cipriano 1766.

Zópa

Nicoletti a Vervò ― Giovanni Battista Nicoletti di Vervò avviò una fiorente industria del legname in località «pausa» a Mollaro negli anni immediatamente dopo la seconda guerra mondiale.
Il soprannome forse deriva dall'antico dialetto trentino «zop», zoppo, claudicante.









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Angelo Coletti detto «Anzolìn»

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Ezio Coletti «Anzolìn»

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Massimina Forafò e Albino Casagrande «peroègna»

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Giuseppe Casagrande «peroègna»

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Costante e Sisinio dei «biani»

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Angelina Covi «zesséta» e Sisinio Melchiori dei «biani»

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Bruna (Brunéta) Bertoluzza «clàmera»

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Carlo Bertoluzza «clàmer»

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Antonio Casagrande «peroegna» Priore di san Romedio

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Riccardo Melchiori «bolpe»

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Giuseppina (Bepina) Melchiori detta «bolpa» e Teofilo Magnani «bagòz»

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I «dòri», in piedi al centro Teodoro (Dòro) Melchiori

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Candido Melchiori (Padre Clemente) dei «dòri»

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Giuseppe (Bèpi) Melchiori «luiziòt»

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Dario Melchiori «luiziòt»

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Elsa Melchiori «luiziòta»

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Emanuele (Manuèle) Covi «zessét»

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Francesco (Franz) Melchiori «frìol»

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Aldo Melchiori «marciòr»

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Olivo Melchiori l'ultimo dei «marciòri» a Tuenetto

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Pietro (Pero da le mili art) Melchiori «masador» e la moglie Maddalena Maines

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Marino Melchiori «dei peri»

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Rocco Melchiori capostipite dei «ròchi»

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Ermanno Melchiori dei «ròchi» caduto di Guerra

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Giuseppe Melchiori dei «ròchi»

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Alberto Coletti «malenaio»

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Elio Chini «colòdo»

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Fabio Visintainer «bólp» di Torra

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Felice Melchiori «zanantòni» di Tuenetto

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Osvaldo (Carlo) Chini «Colodét» di Torra

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Paolo Chini «rossato» di Mollaro