Il solco del Rio Mollaro (Panaròtta) segna in modo evidente la separazione tra la piana omonima e le pendici della montagna che salgono verso la Predaia, formando la sponda sinistra dell’ampia Valle di Non. Sulla strada per Vervò, Tuenetto è il primo paese che si incontra. Le coordinate geografiche della frazione sono Latitudine 46,30° Longitudine 11,08°, altezza sul livello del mare 493 metri presso la chiesa, 500 metri alla «Ponta de stradón», l'entrata a nord del paese. Adagiato ai bordi, ma in posizione dominante rispetto al proprio territorio, il villaggio occupa la prima balza del versante che degrada dolcemente verso sud in direzione della confluenza tra i rivi di Mollaro e Tuenetto nella valle che lo separa da Dardine. Questo territorio, caratterizzato da una morfologia a terrazzo, costituisce la matrice fisico-ambientale della formazione del paese. Tuenetto ha una struttura urbana simile a molti altri paesi che si trovano in condizioni geografiche analoghe e che sviluppano relazioni elementari con il proprio territorio come l’agricoltura. L’elemento unificante e determinante dell’assetto urbano è la strada che lo attraversa, lungo la quale si snoda il nucleo abitato. Il paese fin dall’origine era costituito da cinque nuclei, dovuti probabilmente all'aggregazione di edifici rurali, quattro dei quali sorti su un unico lato della strada, disposti a semicerchio ed uno al centro, separati da brevi spazi che consentivano l’accesso alle campagne. La strada principale si conclude di fronte alla chiesetta riuscendo ad aggregarla al paese, nonostante la sua posizione un poco discosta e formante col cimitero un complesso di pregevole qualità paesaggistica. La realizzazione nel 2005 del parco giochi e di un parcheggio adiacenti alla chiesa, ha un pò modificato l’ambiente, e tuttavia ha mantenuto la sua caratteristica primaria. Oltre la chiesetta, l’altro polo socialmente importante è la piazza, delineata da edifici ed orti, un tempo dotata di fontana centrale demolita nei primi anni cinquanta del Novecento e sostituita con quella attuale in cemento. La piazza dal febbraio 2023 è oggetto di riqualificazione con miglioramento della viabilità pedonale e veicolare e valorizzazione turistica.
Successivamente all’anno 1860 si è verificato un processo di saldatura edilizia mediante ampliamenti degli edifici esistenti e la costruzione di nuovi che hanno ridotto gli spazi destinati agli orti. Ciò è facilmente riscontrabile dal confronto della situazione attuale con le mappe che costituiscono il catasto austriaco.
Più recentemente il processo edilizio ha ulteriormente ridotto gli spazi interni e gli orti con ampliamenti e trasformazioni che talvolta hanno modificato il carattere delle tipologie edilizie tradizionali. L’espansione degli ultimi anni è avvenuta alle estremità dell’abitato consentendo al paese di mantenere il suo carattere originario senza provocare alterazioni alla sua struttura. Tuenetto fu Comune amministrativo autonomo fino al 1928, quando divenne frazione del Comune di Taio che comprendeva, oltre al capoluogo, i paesi di Dardine, Dermulo, Mollaro, Segno e Torra. Dal 1 gennaio 2015 fa parte del Comune di Predaia nato dalla fusione dei comuni di Taio, Coredo, Tres, Vervò e Smarano e che comprende 14 frazioni.
Foto aerea di Tuenetto scattata negli anni '90
La balza su cui poggia Tuenetto nettamente separata dai solchi dei Rivi Mollaro e Tuenetto
Tuenetto nella mappa del 1859
La topografia più recente
Le carte che qui presentiamo sono tratte dal sito della Regione Tirolo - Land Tirol - consultabili al seguente indirizzo: https://www.tirol.gv.at/it/. Clicca sul bottone:
Tuenetto fino alla nuova odonomastica del comune di Taio introdotta nei primi anni 2000, aveva una sola via che il Regno d'Italia, dopo la
prima guerra mondiale, s'era affrettato ad intitolare al generale
Armando Diaz per
accelerare l'italianizzazione del sudtirolo appena conquistato (in altri villaggi come a Mollaro appaiono la via Dante Alighieri e la via
Principe di Piemonte, a Segno Piazza Vittorio Emanuele ecc.).
Oggi Tuenetto ha due vie: la via di san Rocco che è la principale
e attraversa il paese per intero fino a giungere davanti alla chiesa; l'altra indicata via dei Campi si diparte dal paese nelle vicinanze
della chiesa e porta in direzione sud-est verso la
«cros dei plazi».
Altri toponimi riguardanti l'abitato sono: piazza, a la crós, pónta de stradón, vila, vinciào (ovvero via a la glésia),
riportati nell'elenco che segue.
Il territorio circostante compreso fra il Rio Mollaro, (Panaròta) a ovest e il Rio Tuenetto a sud e la strada provinciale 13 della Predaia a nord-est,
è diviso fondiariamente in
quattro porzioni e precisamente: Campi Longhi a sud-ovest dell’abitato, Signori
che è la zona ad est del paese, Traversara che è l’area servita dalla Strada de dre al Dos a sud-est e, infine, Plazoni località
a nord, nord-est del paese.
Fin qui i toponimi riportati dal Libro Fondiario, ma molto più numerosi sono i nomi coi quali i paesani indicano le proprie campagne. Ne abbiamo raccolto 56; per
ciascuno dei quali è riportata la pronuncia dialettale (ed eventuale variante) seguita, tra le parentesi quadre [ ] dai relativi numeri di particella fondiaria;
la localizzazione rispetto agli altri luoghi e l’ubicazione sul Libro Fondiario (L.F.); una breve descrizione (es. frutteto, bosco, incolto ecc.), con eventuali
brevi note spiegative.
Alla lista sono stati aggiunti alcuni nomi locali non insistenti sul comune catastale di Tuenetto ma confinanti; inoltre si sono elencati nomi di luogo rinvenuti
nelle vecchie carte e oggi non più usati.
Ordinati alfabeticamente sono i seguenti:
Grazie alla collaborazione di Ezio Melchiori, agricoltore e profondo conoscitore del territorio,
cliccando sul lemma si può visualizzare il toponimo sul territorio.
Avvertenza
Quando si tratta dell'etimologia dei toponimi, nei casi ove non è citata la fonte, trattasi di ipotesi fatte senza presunzione di scientificità.
1. belvedere
su al - Var. belvedére de la Pasca - [p.f. 659] - N busa, E C.C. Priò, O S.P. 13 - L.F. Traversara.
Frutteto in luogo panoramico sulle campagne di Tuenetto e Mollaro. «Pasca» dal nome della proprietaria
Pasqua Casagrande 1876-1954.
2. bosc’
zó 'ntel - Var. bosc’ del Milio - [pp.ff. 836/1, 836/2] - N prà del Zago - E Ciampi longi, O Rio Mollaro, S confine Dardine - L.F. Campi Longhi.
Bosco ceduo in forte pendenza rivolta a Ovest. «Milio» (Emilio Melchiori 1905-1977 proprietario). Luogo dove c'è la grotticella chiamata Tana del
Minòt oggetto della leggenda delle origini di Tuenetto.
3. bòzze
zó a le - Prima della realizzazione del bocciodromo «slavina» - [p.f. 642] - E S.P. 13, O Slavina, S Ponzèi.
Bocciodromo gestito dalla Società Sportiva “La Pieve”; impianto sportivo realizzato negli anni
1979-80 su un terreno di proprietà della frazione. Nel dialetto noneso la parola bòzza è la boccia da gioco e per estensione si indica il campo da bocce.
Nel 2024 il bocciodromo era, in pratica, dismesso; con l'istituzione dell'ASUC l'impianto sportivo
è passato in gestione al nuovo ente.
4. brocéte
su a le - [p.f. 668/1, 668/2, 668/3] - N cianàl, E gòse, S plazóni - L.F. Plazoni
Frutteti mediamente inclinati rivolti a Ovest. Incerta l'origine di questo toponimo; potrebbe avere attinenza con la parola «brocón», ossia
l’erica che si usa per lettiera del bestiame, che ha la medesima radice broc-.
Nessuna connessione col termine noneso «brocéta» «chiodino».
5. busa
la - [p.f. 644/3] - N valsèle, E C.C. Priò, S Belvedére, O miniera - L.F. Plazoni
Depressione del terreno incolto su cui sorge il nuovo deposito dell’acqua potabile di Tuenetto [p.ed. 109] attiguo all’imbocco della galleria
Rio Maggiore.
Il
vecchio deposito
dell'acqua potabile ancora presente nel luogo detto «a mont» in prossimità della Curva del sifón non è più in esercizio; rimase
funzionante fino al 1994 anno in cui fu costruito quello nuovo e la p.ed. 110 di proprietà della frazione di Tuenetto su cui sorge fu ceduta
alla Miniera san Romedio nel 2019.
6. ciampét
via al - [p.f. 693] - N lava, E plazóni, S strada de le vil, O idem - L.F. Traversara
Piccolo frutteto leggermente inclinato a ovest servito dalla strada de le vil.
7. ciampi lòngi
zo ai - E manóscole, pradi, S valéta, O vignòla e bosc’ - L.F. Campi Longhi
Area pianeggiante a sud del paese caratterizzata da lunghi campi che iniziano alla «mosna» per finire verso sud al limitare della campagna
detta «alla valeta»; questo toponimo è d'uso corrente da tempi molto antichi come documentano numerosi
atti dei secoli XVI e XVII.
8. cianàl
su a le - [p.f. 652/2, 652/4] - N S.P. 13, E idem, S plazóni, O credàzi - L.F. Plazoni
Frutteti in leggero pendio rivolti a ovest. Questi terreni sono attraversati dall'acquedotto irriguo di Dardine, Tuenetto, Mollaro, Torra e Segno
da ciò si ritiene si origini il toponimo, ma non si esclude la presenza di più antiche opere di canalizzazione dell'acqua.
9. credàzi
via ai - [p.f. 668/1, 668/2, 668/3, 670, 672] N S.P. 13, E cianàl, S plazóni, O signori - L.F. Signori
Frutteti in pendio orientati a ovest. Nel dialetto noneso «credàz» significa terreno argilloso. Toponimo documentato in
Atto 29-10-1587 - nr. 875.
10. crós dei plazi
fòr a la - Croce in pietra locale posta al quadrivio strada «dei plazi», strada «de dré al dòs»,
strada «dei lizài» e strada «de la crós». Alta circa 4 metri è identica alla croce più antica collocata a nord della piazza del paese.
Questa croce sostituisce dal 1954 una croce in legno, tappa delle rogazioni;
posata in origine sul lato destro della strada che scende ai plazi, fu collocata sul lato opposto per rendere disponibile lo spazio al distributore
d’acqua per atomizzatori (carica botte) intorno ai primi anni '90 del Novecento.
11. curva del sifòn
tornante S.P. 13 - L.F. Plazoni
Nelle adiacenze della «busa», sottostante il piano stradale fu posto il sifone dell’acquedotto irriguo di Dardine, Mollaro, Tuenetto, Torra e
Segno, da questo il toponimo.
Prima del 1936, anno della realizzazione dell’acquedotto, era chiamata
«curva dei vagoni» per la presenza contigua del
piano inclinato
di risalita dei vagoni che trasportavano il materiale dalla cava del «Cirò» ai forni della Miniera San Romedio.
12. dòs de la Ema
el - [p.f. 644/12] - N C.C. Torra, E C.C. Priò, S valsèle O miniera - L.F. Plazoni.
Terreno incolto e parte bosco spontaneo sulla sponda sinistra del torrente Panarotta, fu parzialmente spianato sul finire dell'800 per far spazio agli
impianti della Miniera San Romedio. Un tempo proprietà comunale il terreno era coltivato a vigneto dalla affittuaria
Emma Angelini da cui il toponimo. I lavori di scavo delle gallerie ipogee della Miniera
san Romedio eseguiti nei primi anni 2000, hanno notevolmente modificato l'aspetto dell'area.
13. dré al dòs
su - [pp.ff. 748, 749, 750, 751, 752, 753, 754, 755, 756, 757, 758, 760, 761] - S palù, O strada de dre al dòs,
E confine con Priò - L.F. Traversara.
Bosco spontaneo in forte pendìo rivolto a Est. Per la maggior parte terreno di proprietà dell'uso civico di Tuenetto che fino a tutto l'800 era dato in affitto
a privati (vedi documenti sotto); nella mappa catastale austroungarica, alla metà dell'800 appare coltivato a vigneto. L'atto datato 20 gennaio 1869 regolamenta del “modo di coltura da darsi al greggivo al
Doss”; il terreno viene ripartito in cinque porzioni denominate A, B, C, D, E e fissa il prezzo d’affitto che dura 15 anni; l'atto
dispone inoltre che “entro i cinque anni prossimi futturi ogni porzione doveva essere ridotta in coltura a viti”,
e ancora che la strada che serve le cinque porzioni deve essere “alla parte verso sera di ciascheduna porzione”, il documento
si conclude con le eventuali sanzioni "al moroso agli annui affitti". Questo terreno, nella sua parte più comoda, fu coltivato a
vigneto fino a tutti gli anni ’30 del novecento.
14. frate
zo a le - [pp.ff. 836/1, 836/2] - N sentéri da Molàr, E manóscole, S bosc’, O bosc’ - L.F. Campi Longhi.
Terreno incolto in pendenza rivolto a Ovest. Toponimo comunissimo nel Trentino; nel dialetto il termine frata è un appezzamento
scosceso ingombro d'arbusti; il termine ha pure il significato di disboscamento, far na frata (vedi E.Quaresima pag. 202); per
Lidia Flöss il toponimo «frata» viene dal latino
fracta(m), participio passato di frangere, rompere, spezzare. Vedi anche
Lorenzi op. citata pag. 265.
15. gòse
su a le - Var. vignalàz - [pp.ff. 664, 689, 690, 691/1, 691/2] - E S.P. 13, S vilàta - L.F. Traversara.
Frutteto in forte pendìo rivolto a O bonificato nei primi anni 2000. Sull'etimo di questo nome locale viene in mente il termine
gòs (pl. gosi) che nel dialetto significa gozzo; nel dialetto trentino
gòso/a è persona esageratamente avida o anche molto annoiata; forse il terreno
apparteneva a persone con quelle qualità.
16. làva
via a - [p.f. 681] - E plazóni, S ciampét, O strada de le vil - L.F. Traversara.
Frutteto in leggera pendenza rivolto a Ovest. Toponimo usato nella stessa forma anche in altri comuni trentini. Con la stessa radice
lav sono frequentissimi lavina, lavine, slavina, lavinèle. Nel Dizionario
Toponomastico Trentino quasi tutti questi luoghi sono in pendenza con presenza di acqua come è anche nel nostro caso.
17. lite
fòr a le - [pp.ff. 708/1, 708/2, 708/3, 709/1, 709/2] - N póz, E strada de le vil, S sclavéte,
O strada de la cros - L.F. Traversara.
Frutteti semipianeggianti. Forse terreni soggetti a controversie come sembra designare il nome. In un documento del 13 luglio 1727 redatto dal notaio
Pietro de Mediis di Taio compare un «luogo detto alle Litte».
18. lizzài
for ai - Var. rizài - [pp.ff. 787, 791/1, 791/2] - N pradi, O valéta - L.F. Campi Longhi.
Meleti pianeggianti al limitare sud-ovest della campagna di Tuenetto.
Il toponimo compare anche nella forma «rizzai».
In noneso la parola «riza» vuol dire filo d'acqua scorrente per terra (E. Quaresima, op.cit. p. 365) ciò corrisponde al luogo in questione.
La supposta derivazione dal latino elix (fossato, canale) da cui lez (→ lizzài) che nel dialetto noneso significa appunto
acquedotto, potrebbe avere validità, ma riteniamo preferibile la prima ipotesi. Il toponimo è presente anche nella frazione di
Dermulo e nel confinante comune catastale di Coredo. Per E.Lorenzi, (op.cit. p. 702 e segg.) i toponimi con
la radice «riz-» sono riferibili perlopiù a coste erte.
19. manóscole
zo a le - [p.f. 856] - N mèide, E pradi, S valéta, O ciampi longi - L.F. Campi Longhi.
Frutteto pianeggiante. Oscuro il significato del termine «manóscole», si ipotizza possa derivare dal soprannome di antiche proprietarie.
20. mèide
zo a le - [p.f. 829/2] - E vetóre, S manóscole, O sentéri da Molàr - L.F. Campi Longhi.
Frutteti e orti a sud dell’abitato. Un'interpretazione del tutto arbitraria fa derivare questo nome da «mèi», miglio (Panicum Miliaceum)
un cereale un tempo coltivato nelle nostre campagne, da qui «mèide» nel senso di campi coltivati a miglio.
Il Lorenzi (op.cit. pag. 422) rilevando un Maso Mèida
a Pozza di Fassa scrive: «Mèida da media - Mèida per méda». La parola méda in dialetto noneso significa grande quantità,
mucchio quasi sempre di fieno.
21. miniéra
su a la - Var. mina - N C.C. Torra, E valsèle, S mont, O S.P. 13 - L.F. Plazoni
Tutta la zona sulla quale sorge lo stabilimento della Miniera san Romedio e le sue pertinenze.
22. mónt
su a - frutteti - N miniéra, E S.P. 13, S idem - L.F. Plazoni. Frutteti semi-pianeggianti. Secondo la testimonianza di un anziano il nome di questi
terreni deriverebbe da una famiglia proveniente dalla località mont a Vervò che li acquistò negli anni '20 del Novecento
(*). [pp.ff. 632/2, 645/2, 646, 649/1, 649/3, 651]
23. mósna
zo a la - [p.f. 835] - In prossimità della diramazione sentéri da Molàr, strada per i
ciampi longi, vignòla e bosc’. - L.F. Campi Longhi.
Piazzola erbosa deputata al deposito di sassi e ciottoli dei campi fino ai primi anni ’70; nel dialetto la parola mósna indica
giustappunto il cumulo di ciottoli in un campo.
24. palù
fòr a le - [pp.ff. 441, 443, 480, 481, 482, 483, 484, 485] - N dré al dòs, O plazi, - L.F. Traversara.
Area molto umida ai confini con i CC.CC. di Dardine e di Priò.
25. pedròt
el - E signori - L.F. Signori.
Su questo podere, contiguo all’abitato, sono sorte negli ultimi anni nuove abitazioni e sono diventati zona residenziale. Il termine è una corruzione
di préda, pietra, Pedròt terreno pietroso. Documentato in Atto 28-5-1621
- nr.1043.
26. plazi
for ai - [pp.ff. 764/1, 765/1, 765/2, 769, 770, 772, 773, 783/1, 783/2, 784] - N strada dei lizai, E palù,
S Rì de Tuenét, O lizai - L.F. Traversara
Meleti in forte pendenza rivolti a sud digradanti fino al Rio Tuenetto nella val de Dàrden. Questo nome di luogo è usato da tempi antichissimi; in
una pergamena del 29 ottobre 1575 è nominato un terreno arativo e vignato sito «in loco dicto alli plazi». Questo toponimo è molto diffuso in Val
di Non in varie forme plaz, plazi, plazóni, platai, plagi si trova oltre che a Tuenetto, a Segno (qui vi è la «via al plàz»), Fondo,
Campodenno, Rumo, Smarano, Dardine e Sfruz.
Sul significato del toponimo sembra esserci unanime accordo sulla derivazione da platea (vedi E.Lorenzi pag.598).
27. plazón
su ai - [pp.ff. 683, 685, 687/1, 687/2] - N brocéte, E gòse, S strada de le vil, O lava - L.F. Traversara.
Meleti in pendenza rivolti a ovest (vedi plazi).
Nell'ottocentesca
mappa catastale
«plazóni» è una delle partizioni dell'estimo di Tuenetto. L'area così denominata
sulla carta corrisponde suppergiù all'area su cui sorge lo stabilimento della Miniera san Romedio e tuttavia dai censiti di Tuenetto così viene
nominata in generale tutta la campagna in declivio a est del paese.
28. pónta de stradón
su a la - [p.f. 898/3]
Slargo all’inizio dell’abitato nel punto in cui la S.P. 13 presenta il bivio per Tuenetto. Fermata dell’autoservizio Trento-Malé.
Punto fiduciale nr.102, altezza sul livello del mare mt. 500,84, infisso
sul muretto con sassi a vista che delimita la strada che introduce al paese.
29. ponzèi
zo ai - [pp.ff. 600, 601, 602, 603] - S prà, confinante a E con l’abitato - L.F. Campi longhi.
Luogo incolto assai ripido rivolto a ovest soggetto a fenomeni franosi digradante fino al Rio Mollaro. Su questo terreno passava la via breve per Mollaro.
Data la natura del terreno in forte pendenza, forse “ponzèi” deriva da “pontara” o “pontaròl” - che in dialetto significa erta,
salita - che per la solita corruzione diventa “ponzèl - ponzèi”.
Il Quaresima (p. 336) alla voce «Pongiaiòla» (che fa derivare dal latino
«Ponticariola»), fa notare che la radice «PON» ha significato di erta, salita. Gli anziani raccontavano che la truppa austroungarica impiegata
nelle grandi manovre del 1905, entrò in paese da quel sentiero. Il podere di proprietà comunale (p.f. 599/1) nell’800 veniva affittato (vedi documento sotto).
30. póz
via al - [p.f. 698/1] - E strada de le vil, S lite, O strada de la cros - L.F. Traversara.
Frutteti pianeggianti nelle immediate vicinanze della Chiesa di San Rocco. Toponimo documentato in diversi
atti medievali. Anziani testimoni attestavano l’esistenza in tempi antichi
in questo luogo di un pozzo pubblico.
Parte del póz fu acquistato dal Comune di Taio nel 2003 per
realizzarvi il parco giochi del paese.
31. prà
zo al - Var. Prà de l’Ànzol - [pp.ff. 837/1, 837/2] - N ponzèi, E sentéri da Molàr, O idem - L.F. Campi Longhi.
Terreno in forte pendenza racchiuso entro la strada breve per Mollaro (sentéri da Molàr); Ànzol nome del proprietario Angelo Covi 1875-1956.
32. prà del Zago
zo al - [p.f. 838] - E sentéri da Molàr, S bosc’, O Rio Mollaro - L.F. Campi Longhi.
Frutteto in pendenza orientato ad ovest digradante fino al Rio Mollaro. I Zaghi erano gli appartenenti ad una famiglia dimorante a Mollaro
proprietaria del fondo e della quale si sono persi i ricordi e tuttavia sopravvive in questo toponimo.
In relazione alla stirpe dei «Zaghi», forse si tratta della
famiglia Keller il cui membro Ambrogio concluse nel 1896 un
accordo col Comune di Tuenetto per la cessione di una porzione di terreno al fine
di migliorare un breve tratto di strada comunale vecchia che porta a Mollaro alla località alle Frate in mappa Campilonghi.
33. pradi
fòr ai - frutteti - N vetóre, E strada de la cros, S lizai, O manóscole - L.F. Campi Longhi.
Frutteti pianeggianti con terreno umido delimitati a E dalla Strada de la Crós.
34. rì de Tuenét
Esiguo ruscelletto che dalle «Palù» scorre nella val de Dàrden per confluire nel
Rio Panaròtta. Lungo il suo breve corso è alimentato da diverse piccole sorgenti. Segna il confine con i CC.CC. di Priò e Dàrdine.
Dalla mappa topografica ottocentesca, il Rio Tuenetto è la
continuazione del Rio Maggiore
che da il nome al sito minerario della Miniera san Romedio. Dalla stessa mappa si ricava che il Rio Tuenetto riceve alla sua sinistra anche il
Rivo di Bouson (Buson?) che scende da Priò.
35. róa
zo a la - [p.f. 809] - L.F. Campi Longhi.
Sorgente perenne che sgorga tra i «lizzai» e i «pradi» e che alimenta il modesto rivolo che scorre nella valéta.
In dialetto «róa» significa rovo (E.Quaresima, p. 366), dunque niente a che fare con l'acqua di una sorgente; inoltre E.Lorenzi propone
per l'etimologia di «róa», rovina, smottamento, frana (op.cit. p. 704). Pare più plausibile che si tratti di una corruzione
del termine «róza» piccolo corso d'acqua.
36. sclavéte
fòr a le - [pp.ff. 716, 717, 718, 720, 721, 722] - N lite, E vil, S strada de dré al dòs,
O strada de la crós - L.F. Traversara.
Frutteti pianeggianti racchiusi dalla strada de la cros e la strada de dré al dòs. Tra le ipotesi etimologiche di questo toponimo,
ci pare fondata la seguente tratta da Strenna Trentina 2019 pag. 165, a firma di
Lydia Flöss: «[…] Tra questi il nome della varietà dell’uva schiava (in dialetto s-ciava) è quello che ha generato il più alto numero
di toponimi. Dal latino medievale Vitis Sclava “vite della Slavonia”, esso
deriva, al pari di altri, dal nome della regione di antica provenienza. Nella forma le s-ciave sono registrati toponimi nella piana Rotaliana
(a Lavis, a Mezzolombardo e a Roveré della Luna), in Val Lagarina (a Pomarolo, a Avio e ad Ala nella forma Vigne s-ciave), a Arco; nella
forma s-ciavéte [in noneso sclavéte, ndr], a Isera e a Trento nel toponimo Dòs de le s-ciave».
Perciò questi terreni avrebbero preso il nome dalla coltivazione a “vite schiava”; peraltro la vecchia carta datata 13 aprile 1789 sotto riportata
parla esplicitamente di un’“arativa e vineata posta nelle pertinenze di detto Tuenetto e luogo detto “alle sclavéte”.
37. sentéri da Molàr
Var. curta. [p.f. 883] - Via breve per Mollaro
Cementata e asfaltata a servizio della stazione di pompaggio della fognatura edificata nel 1994. Visibili tracce dell'antico muro a secco di
sostegno, ora quasi completamente sostituito con uno in cemento.
(Ascolta la poesia di Giorgio Melchiori)
38. signori
via ai - [pp.ff. 647/2, 648/2, 649/2, 670, 672, 673, 674, 675, 676] - N S.P. 13, E credàzi,
S pedròt - L.F. Signori
Terreno in parte pianeggiante e in parte in leggero pendio rivolto a Ovest. Si suppone che i terreni in questione fossero di proprietà di un
"Signore" feudale, da cui il toponimo.
39. slavina
zo a la - [p.f. 642]
Bosco misto di proprietà dell'uso civico in forte pendenza a ovest che finisce nel Rio Panaròtta; terreno soggetto a smottamenti, infatti negli anni
'20 del Novecento in quest'area si sono verificate frane di notevoli
dimensioni come hanno tramandato gli anziani. Su quest'area sorge il bocciodromo di Tuenetto (vedi «Bòzze»).
[p.f. 879]
Vecchia strada comunale, interpoderale parzialmente asfaltata, si diparte dalla cros dei plazi e si congiunge in località vilàta con
la strada de le vil.
[p.f. 881]
Strada comunale, interpoderale interamente asfaltata, dall’abitato arriva sino alla cros dei plazi (in passato tradizionale tappa delle rogazioni)
in linea pressochè retta in direzione sud.
42. strada de le vil
[p.f. 889]
Strada comunale, interpoderale in parte asfaltata e, nella parte più ripida, cementata, inizia in prossimità della Chiesa di San Rocco e giunge in località
vilàta ove converge con la strada de dré al dòs.
43. strada dei plazi
[p.f. 881]
Antico collegamento con Dardine, strada parzialmente cementata serve i terreni dell'omonima località e che arriva fino al rì de Tuenét.
Giunti in prossimità del Rì de Tuenet e attraversatolo, un
sentiero saliva fino alle campagne di Dàrdine; attualmente non vi è
più segno di quel vecchio sentiero a causa del rimboschimento. [p.f. 880]
Strada interpoderale per la maggior parte sterrata, si diparte dalla cros dei plazi e serve i poderi in località lizzài.
45. tana del Minòt
Grotticella naturale a sviluppo orrizzontale nel bosc' del Milio, luogo in cui si
svolgono i fatti raccontati nella popolare leggenda sulle origini di Tuenetto.
46. Tuenét
Posta su di un vasto pianoro a quota 492 m slm la frazione di Tuenetto conta un centinaio di
abitanti (96 al 17 dicembre 2023). Comune indipendente fino al 1928, fu accorpato nel comune di Taio fino al 2015 e frazione del Comune di Predaia
dal 1 gennaio 2015; Comune catastale autonomo; Parrocchia di Mollaro (dal 1976). Sull'etimo del toponimo rimandiamo al documento sotto.
47. val
zo a la - Var. pònt
Valletta orientata da nord a sud che separa i CC.CC. di Mollaro e Tuenetto, vi scorre il rio Panaròtta (Rio Mollaro), il toponimo corrisponde pure al ponte
che lo attraversa.
Il vecchio
ponte in legno fu sostituito dall'attuale in cemento realizzato dall'impresa di costruzioni Franco Covi di Segno nell'ottobre del 1957.
48. val da Dàrden
Valle che separa i C.C. di Tuenetto e Dàrdine, vi scorre il Rì de Tuenet, è orientata da est a ovest.
49. valéta
zo a la - N manóscole, E lizài, O vignòla, - L.F. Campi Longhi.
Piccola valletta con vegetazione spontanea orientata da nord-est a sud-ovest ove scorre un modesto corso d'acqua alimentato dalla sorgente «roa».
Termina alla confluenza del Rio Panarotta con il Rì de Tuenet.
50. valsèle o varsèle
su a le - N dòs de la Ema, E C.C. Priò, S busa, O miniera - L.F. Plazoni.
Area incolta su cui sorgono gli impianti industriali della Miniera San Romedio; terreno argilloso ricco di sorgenti. Nei documenti ottocenteschi si
trova spesso nella forma italianizzata «Valleselle».
51. vetóre
a le - [pp.ff. 820/3, 823] E strada de la cros, S pradi, O mèide - L.F. Campi Longhi.
Subito a sud dell'abitato, frutteto pianeggiante. Si ipotizza che il toponimo «vetóre» derivi dal nome dalla famiglia, ora estinta, dei
Vittori.
52. vignòla
zo ‘n - [p.f. 860] - N ciampi longi, O bosc’ - L.F. Campi longhi.
Terreno in declivio parte verso Sud e parte verso Ovest.
Documentato nell'atto del 3 dicembre 1539,
«prà da Vinòla».
53. vil
via a le - N strada de le vil, E vilàta, S strada de dre al dos, O sclavéte - L.F. Traversara.
Frutteti in declivio rivolti a Ovest. Toponimo alquanto frequente nel Trentino; E.Lorenzi nel suo Dizionario (p. 1083) lo fa derivare da «guil»,
ovile (presente nel C.C. di Vion «ghil», a Vervò «guil», ma anche Dimaro, Mezzana, Pellizzano e Pejo.
54. vila
Nucleo centrale dell’abitato di Tuenetto corrispondente agli edifici che affacciano sulla piazza.
55. vilàta
su a la - [p.f. 739] - N plazóni, E strada de dre al dos, O vil - L.F. Traversara
Frutteto in leggera pendenza rivolto a ovest. Il podere confina con le «vil», del quale è diminutivo e pertanto sempre con derivazione
da «guil», ovile.
Luogo corrispondente alle case più vicine alla chiesa. Toponimo in disuso dal significato oscuro.
Oggi per indicare il luogo si usa dire via a la glésia).
Il toponimo assomiglia al termine «vincèl»
che in noneso vuol dire fascio di frasche verdi, è però arduo individuare un nesso col nostro nome di luogo. Un legame con l’assonante nome tedesco
della Valle Venosta, «Vinschgau», pur seducente, va fermamente respinto.
Altri nomi di luogo incontrati nella ricerca e ancora usati, ma facenti parte dei confinanti comuni catastali di Torra e Priò, sono:
57. presa
su a la - C.C.Torra, E Cirò, O Miniera - L.F. Plazoni.
Grotta in località «varsèle» dove scaturisce la sorgente dell’acqua potabile che servì Tuenetto fino alla fine degli anni ’70.
58. pissarèla
su a la – C.C.Priò (loc. Torchio)
Cascatella d’acqua sul rì de Tuenet che segna il confine ad est tra Tuenetto e Priò; il salto d’acqua solitamente esiguo, assume specialmente
a primavera o con le forti piogge, un aspetto più grosso e rumoreggiante ben udibile dal paese.
Guarda il video della «pissarèla» ingrossata.
59. bus
ént al - Var. busón - C.C. Torra.
Meleto in pendio rivolto a est, sulla destra del rio Panaròtta di fronte agli impianti della Miniera san Romedio. Lungo il confine a ovest di questo
terreno passa il sentiero che da Tuenetto sale a Torra, oggi in disuso.
Toponimi nei documenti antichi
Elenchiamo alcuni nomi locali rilevati nelle vecchie carte ora non più usati. Certi sono stati localizzati per altri non è stato possibile
individuarne l'ubicazione.
→ Thor da Tuennetto (3-12-1539)
Non si tratta di un nome di luogo, bensì di una casa a Tuenetto. Tuttavia questa indicazione stuzzica la curiosità di sapere dove fosse ubicata la "torre",
e soprattutto se si trattasse di un'antica costruzione fortificata. Ciò evidentemente aprirebbe ad interessanti ipotesi sulla storia di Tuenetto, ma non ci è
dato al momento di saperne di più.
La Thor da Tuennetto
Tra le pergamene dell’archivio della Famiglia Thun1, ve n’è una in cui si accenna alla vendita di una «casa detta la Thor da Tuennetto».
Compravendita 1539 dicembre 3, Castel Bragher (Coredo) “Ser” Nicolò del fu “ser” Galeazzo notaio da Mollaro, agente in qualità di curatore di Cristoforo del
fu Baldessare da Mollaro, vende al “dominus” Sigismondo [del fu Antonio] Thun, [“eques auratus”, consigliere e “sacretarius regis”], agente anche a nome dei
suoi fratelli, un terreno arativo con due pergole di viti, stimato per la semina di circa 6 quarte di segale, sito nelle pertinenze di Tuennetto in località
“ai Campi Longi”, per 25 ragnesi meranesi e mezzo, in ragione di 5 lire di denari per ogni ragnese.
Lo stesso Nicolò, avendo in precedenza venduto una casa detta “la Thor da Tuennetto” a Giovanni del fu Baldessare Moratti [da Tuennetto], garantendola sul detto
appezzamento, dà a Sigismondo come garanzia sul presente contratto un altro terreno prativo, sito a Tuennetto in località “al Prà da Vinola”.
1Famiglia Thun, linea di Castel Thun. Regesti delle pergamene dell'archivio (1244-1914) a cura di Margherita Faes Provincia autonoma di Trento Servizio
Beni librari e archivistici Ufficio Archivio provinciale 2000.
→ de sóra delle case
In «Inventario e Urbario della Veneranda chiesa figliale di san Rocco, 1774 - p.17».
→ a san Rocco
In «Inventario e Urbario, 1774 - p.375». - Spazio antistante la chiesa.
→ alle lavine
In «Inventario e Urbario, 1774 - p.15». - Un campo situato nelle pertinenze di Tuenetto loco detto «ai campi longhi - o sia - alle lavine»
→ alle toniétte
In «Inventario e Urbario, 1774 - p.19»; Doc. 02-agosto-1876, Archivio Melchiori Diego.
→ ai rés
In «Inventario e Urbario, 1774 - p.19».
→ ai grezòti (gregiotti)
In «Inventario e Urbario, 1774 - p.19».
→ alla pestaróta
In «Inventario e Urbario, 1774 - p.21».
→ alle predesse (prendesse, prandesse)
In Doc. 26-luglio-1889, Archivio Melchiori Diego.
→ a rìgol
→ al piazzol
In «Inventario e Urbario, 1774 - p.18».
→ alle màsere
In «Statuto del Comune di Tuenetto per la manutenzione delle sue strade comunali, 1884».
Art. 1 [...] e) – Il tratto di strada esistente fra i Rivi di Mollaro e Dardine detta alle Masere.
→ ai sassi
In «Inventario e Urbario, 1774 - p.20».
→ alle Arre
In Famiglia Thun, linea di Castelfondo. Regesti delle pergamene (1201-1691) a cura di
Elena Valenti, Provincia autonoma di Trento - 13 gennaio 1609.
→ campo sot la Casa
In Famiglia Thun, linea di Castel Thun. Regesti delle pergamene dell'archivio (1244-1914) a cura di
Margherita Faes, Provincia autonoma di Trento - 10 giugno 1542.
In secondo piano il «Belvedere de la Pasca» «Prà del Zago» antico proprietario del fondo «La curta» (senteri da Molar) collegamento breve per Mollaro «Canada» in fiore alle «Sclavete» «La Mosna» una volta luogo di deposito dei ciottoli dei campi La «róa» sorgente perenne in località «ciampi lòngi» La «valéta» la piccola vallecola in cui scola l'acqua della «roa» Le «manóscole» ai «ciampi lòngi» Le «frate» un tempo frutteto oggi terreno incolto I «plazi» dal versante di Dardine «Cros dei Plazi» tappa delle rogazioni «Prà de l'Anzol» della famiglia Covi zeséti Veduta aerea di Tuenetto negli anni '80 La fessura nella roccia alle «Varsèle» dalla quale sgorga l'acqua che un tempo alimentava l'acquedotto
potabile di Tuenetto Entrata del serbatoio dell'acqua potabile (oggi dismesso) di Tuenetto su a la
presa (Foto Ezio Melchiori) La cascata della pissarèla (Foto Enrico Melchiori) Fotografia estiva senza acqua (Foto Enrico Melchiori) Veduta sulle Varsèle Le strade comunali descritte nello Statuto del 1884 Le strade comunali nel 1923 Tracciato del sentiero che porta a Torra (Studio Tecnico Chini C. Torra)
Le strade per Mollaro
Fino a quando esistette il comune di Tuenetto, le strade comunali e intercomunali rappresentarono un capitolo di grande importanza. Lo si evince dai
documenti ottocenteschi, che si son potuti reperire.
Pende sino dal 1835 il progetto della riduzione delle strade nella Parrocchia di Torra, che da principio si aveva meditato di costruire nella larghezza di
16 piedi di Vienna [circa 5 mt. ndr] e stabilito innallora di parte per impresa in tre diversi tronchi; in seguito però si decampò da quest’idea
e si credette sufficiente una larghezza in lume netto di 10 ai 12 piedi [circa dai 3 ai 3,80 mt. ndr].
Così comincia l'atto vergato in Torra il 28 agosto del 1841 (Archivio ex Comune di Tuenetto collocato nella Biblioteca di Taio) col quale tutte le comuni
della Parrocchia di Torra istituiscono, non senza obiezioni da parte di qualcuna di esse, una "concorrenza" ossia un consorzio per la sistemazione
delle strade della Parrocchia. Già allora appare chiaro quanto fosse sentito il tema delle strade e la difficoltà di trovare accordi duraturi fra i paesi
che ne facevano uso. Con quell'atto, mediante i rispettivi rappresentanti, le comuni di Segno, Torra, Vion, Mollaro, Tuenetto, Dardine, Priò e Vervò (Pieve
di Torra) tentarono di raggiungere un accordo per la riattazione di tutte le strade che collegavano i villaggi.
Dal documento risulta che ci volle la mediazione del direttore dell'I.R. Cancelleria di Mezzolombardo signor de Attelmayer a trovare finalmente un unanime
accordo.
Esemplare, a proposito della cura che ogni comune riservava alle strade, è lo Statuto
approvato dalla Rappresentanza comunale di Tuenetto il 31 gennaio 1884.
Questo documento (ex Archivio del Comune di Tuenetto nella Biblioteca comunale a Taio), consta di 16 articoli e fu approvato [...] in quanto chè
[Tuenetto] è un comune composto di poche famiglie circa N. 25, di scarsi proventi comunali, e siccome anche tutte le famiglie sono di una limitata possidenza.
Lo Statuto si apre con l'elencazione delle sette strade comunali e con l'articolo 2 stabilisce che alla manutenzione, riattazione e buona conservazione delle strade
comunali sono chiamati tutti comprese le famiglie forestiere che hanno un domicilio permanente nel comune. L'articolo 3 sancisce che il modo e il bisogno di
riattazione delle strade sarà stabilito dalla Rappresentanza comunale pro-tempore. Lo sgombro delle nevi, recita l'articolo 4, sarà «da eseguirsi in
seguito e giusta le ordinazioni del solo Capo comune o di chi ne fa le veci». L'articolo 5 dispone che le operazioni di manutenzione delle strade comunali
dovranno «...eseguirsi per turno da tutti gli individui detti ad art. 2, colla espressa osservazione che tutti i proprietari di bestiame da tiro o da giogo
dovranno presentarsi giusta le ordinazioni colle loro bestie aggiogate, ed i non possessori come braccianti». L'articolo 6 dispone che ogni prestazione
d'opera dovrà essere assolutamente gratuita, salvo per qualche eccezionale e costosa riattura o sgombro. L'articolo 7 precisa che nella chiamata alla prestazione
del turno si dovrà seguire un ordine costante ed equitativo. L'articolo 8 precisa che l'invito alla prestazione sarà intimato dal cursore comunale che percorrerà
di casa in casa 24 ore prima. L'articolo 9 recita: «La convocazione poi del turno verrà effettuata nell'ora prefissa e pubblicata col mezzo di un tocco della
campana, al quale segno i turnisti invitati dovranno prontamente riunirsi in sulla piazza della villa...». Gli articoli 10 e 11 regolano la partecipazione
alla prestazione da ogni famiglia che dovrà venir prestata dal miglior bracciante e non da altri eventualmente inetti, il direttore dei lavori escuderà quindi
fanciulli e donne. L'articolo 12 sancisce che il turnista che non si presenterà alla chiamata incorrerà nella relativa sanzione. Gli articoli 13, 14 e 15
determinano le modalità sanzionatorie ai non osservanti.
Le strade comunali di Tuenetto nello Statuto del 1884:
Nel 1923, per ottemperare alla legge sui lavori pubblici, il Comune di Tuenetto compilò l'elenco delle strade comunali che corrisponde a quello del 1884. Quelle
strade sussistono tutt’oggi anche se con qualche modificazione.
Elenco delle strade comunali nel 1923:
La strada denominata Nr.1 per Mollaro oggi è supplita dalla strada che dalla piazza scende al Bocciodromo per congiungersi al ponte sul rivo di
Mollaro (Panaròtta) con la S.P.13; nel 1923 si dipartiva dal paese e attraversando gli impianti della Miniera san Romedio arrivava fino al medesimo ponte
sul rivo di Mollaro (Panaròtta).
La strada Nr.2 per Priò si diparte dalla Ponta de stradón e attraverso le proprietà denominate Mont superata la località Curva
del Sifón giunge al Belvedere de la Pasca ai confini con il Comune catastale di Priò.
Qui inizia la strada Nr.3 al Cirò che giunge fino alle proprietà comunali del Cirò.
La strada Nr.4 ai Plazi inizia nel paese e percorre le campagne verso sud giungendo al rivo di Tuenetto ai confini con Dardine.
La strada Nr.5 a Vignòla dal paese porta ai Campi Longhi per scomparire nella parte boschiva che scende nella valle del Rivo di Tuenetto ai
confini con Dardine.
La strada Nr.6 alle Vill inizia nei pressi della Chiesa e sale in località Traversara (Plazón) fino ai confini con Priò.
La strada Nr.7 al Dòss parte dalla Crós dei Plazi e percorre la dorsale che separa la campagna di Tuenetto con le Palù (la valle
formata dal rivo di Tuenetto) e arriva in località Vilata.
La strada Nr.8 al Sentiero partendo dalla piazza del paese, oltrepassava il portico di casa Coletti e scendeva nella valle attraverso i Ponzèi
collegandosi con Mollaro (cancellata negli anni '60 questa strada oggi è sostituita dalla strada sentéri da Molàr o curta) che ha un tracciato
molto meno ripido.
La manutenzione della strade comunali
Sulla questione della manutenzione delle strade, in particolare il tronco che da Mollaro portava a Tuenetto con l'attraversamento del Rio Panarotta in località
Valleselle, dove spesso si verificavano dilamazioni per via delle piogge, le controversie con le comunità di Priò e Vervò sono continuate fino alla metà
del secolo scorso. Tant'è che di queste questioni è tuttora vivo il ricordo tra le persone più anziane di Tuenetto. Peraltro, in relazione a questo tema, nel
ex Archivio comunale di Tuenetto sono conservati alcuni documenti che lo testimoniano ampiamente.
Ad esempio il documento firmato dal Capitano della Provincia il 1 aprile 1911 nel quale si
ammonisce il comune di Tuenetto a rispettare i propri obblighi richiamandosi all’antico accordo stipulato il 28 agosto 1841 (riportato sopra) cioè a manutenere
la strada per Vervò sul tratto che interessava il proprio territorio.
Altra dimostrazione dei continui diverbi tra le comunità servite dalle strade comuni, è quella datato 16 dicembre 1912 nel quale la Giunta Provinciale della
Contea Principesca del Tirolo, intima il comune di Priò “a concorrere alla spesa occorrente per il ristauro della strada da Mollaro a Vervò.
Vedi
Vertenze simili (se non le stesse) non mancarono anche negli anni successivi; ancora nell’agosto del 1927 il podestà di Taio, dottor Emilio Reich (in qualità
di capo comune di Tuenetto alla data non ancora formalmente soppresso) deliberò di concorrere, con una spesa di 200 Lire, alla riparazione della strada per Vervò
nei pressi del torrente Panarotta franata in seguito alle piogge…”. Vedi
La strada per la Parrocchia
Quello con Torra è sempre stato un importante collegamento per Tuenetto. La Pieve, fino agli anni sessanta, era il fulcro della vita religiosa, soprattutto per
Tuenetto che dipendeva da quella parrocchia. Per questo motivo è facile immaginare quanto fosse importante la strada che portava a Torra. Oltre alle Messe
domenicali e delle altre feste comandate, a Torra ci si doveva recare per ogni battesimo, per ogni matrimonio, per ogni funerale e quant’altro fosse di competenza
dell’Arciprete. I ragazzi vi si recavano per la dottrina, gli adulti ai vespri, insomma il collegamento con Torra era molto importante.
Ne è testimonianza il documento del 18 gennaio 1819: il Comune di Tuenetto si impegnò a pagare
una somma ai proprietari dei terreni sopra i quali per brevità i paesani di Tuenetto passavano per recarsi in parrocchia. Il sentiero, per un tratto tuttora
esistente, si dipartiva dal ponte sul rivo di Tuenetto (il ponte delle Valleselle), nei pressi dell’odierno ingresso agli impianti della Miniera san
Romedio, e saliva ripido fino a Torra. Ancor oggi si può apprezzare un tratto del sentiero delimitato da un bell’esempio di muro a secco.
JACOPO ANTONIO MAFFEI
Periodi istorici e topografia delle valli di Non e Sole, 1805 - p. 123
Jacopo Antonio Maffei è uno dei personaggi di spicco della valle di Non. Nato a Revò nel 1745 conseguì la laurea in filosofia. Dopo gli studi, rientrato
a Revò, si dedicò principalmente alla gestione delle proprietà agricole di famiglia. Amante dell’erudizione era in collegamento con le massime autorità
intellettuali della sua epoca e fu membro dell’Accademia roveretana degli Agiati. L’amore per la sua patria produsse l’opera in cui così menziona Tuenetto:
«Verso mattina su d’una eminenza si ritrova una picciola Villa detta Tuenetto; questa è composta da cinque o sei case, che comprendono dodici in tredici
famiglie tutte del medesimo cognome Melchiori fuorché una. Questa Villa con alcune case disperse nelle contigue Ville formano un feudo, e li abitanti di essa
sono sudditi peculiari de' Conti di Thunn di C. Brughiero, e Caldes, come abbiamo testé accennato.»
GIOSEFFO PINAMONTI
La Naunia descritta al viaggiatore, 1829
Don Gioseffo Pinamonti, intellettuale, uomo di scienza e di religione, filosofo, commediografo nacque a Rallo nel 1783 e morì nel 1848. Educatore di rampolli
di famiglie nobili dell’orbita della famiglia Thun, si impegnò molto per aiutare la sua valle ad uscire dalla miserie di quell’epoca. In questa sua opera, che
precorre le più moderne guide turistiche, non registra Tuenetto.
AGOSTINO PERINI
Dizionario corografico del Trentino, 1854
Di ingegno poliedrico, Agostino Perini nacque a Trento nel 1802 si impegnò in diversi lavori tra cui applicato forestale, maestro di disegno, segretario della
Società Agraria e tipografo. Pubblicò vari saggi di argomento geografico e storico. Nel 1836 fu ascritto all’Accademia degli Agiati di Rovereto. Fondò nel 1848
la Gazzetta di Trento, organo di stampa del Comitato patrio trentino, che promuoveva una vivace campagna per l’autonomia del Trentino dal Tirolo tedesco. Morì
a Padova nel 1878. Così descrive Tuenetto:
«Capitanato di Cles, distretto giudiziale di Mezzolombardo. Abitanti 105, case 13. Estimo fiorini 2212, cor. 55. Piccolo villaggio situato alla sinistra del
Noce, il quale formava anticamente una giurisdizione dei conti Thunn, e giace poco discosto dal castello originario di questa famiglia.»
OTTONE BRENTARI
Guida del Trentino, 1890 - p. 45
Ottone Brentari nacque a Strigno nel 1852, fu geografo, storico, giornalista e politico
italiano, irredentista e autore di numerose guide turistiche del Trentino. Morì a Rossano Veneto nel 1921. Nella sua Guida accenna sommariamente a Tuenetto:
«A pochi minuti a N di Mollaro è Tuenetto (c. 15, ab. 96, estens. 0,26 km2); chiesetta di S. Rocco.»
CESARE BATTISTI
Guida di Mezzolombardo e dintorni, 1905 - p. 111
Cesare Battisti nacque a Trento nel 1875, fu fervente patriota, giornalista, geografo, politico
socialista e irredentista italiano. Celebre per il suo irredentismo fu nondimeno un valente geografo le cui opere sono fondamentali per lo studio del Trentino.
Morì a Trento per mano del boia nel 1916. Nella sua guida, Tuenetto viene appena sfiorato:
«Da Mollaro si prosegue per TUENNETTO (m. 493) a destra e a sinistra per TORRA».
CARLO GIUSEPPE CALLOVINI
Guida storica e turistica dell’Anaunia, 1971 - p. 138
Carlo Giuseppe Callovini nacque a Brez nel 1916, venne ordinato sacerdote nel 1940. Dopo essere stato cooperatore a Revò, fu nominato beneficiato di S. Maria
Maggiore a Roma, dove rimase fino al 1985, anno del suo pensionamento. Nello stesso anno si trasferì a Trento dove morì nel 1988. Compilò un’agile guida della
Valle di Non dove Tuenetto è così ricordato:
«Nel 1432 una peste avrebbe quasi distrutto il paesino che segue, TUENETTO (m. 493). Ha ancora 80 abitanti, con una bella chiesina in onore a S.Rocco,
risalente al 500 e restaurata nel 900, con decorazione del Pancirolli (1915) e la pala dell’altare del
Costanzi (1715).»
ALDO GORFER
Le valli del Trentino (Trentino occidentale), 1975 - p. 663
Aldo Gorfer nacque nel 1921; noneso di Cles, fu un giornalista professionista. Autore di numerose
opere fondamentali per la conoscenza di vari aspetti del Trentino. Morì nel 1996. In questo suo lavoro presenta Tuenetto con qualche imprecisione, ma toccando
le peculiarità del paese:
«Il paese è stretto in una spianata tra le valli del Rio Maggiore e del Rio Panarotta, dominato, a nord, dalla costruzione della chiesa di Torra, alta sul dosso
roccioso. La tradizione vuole che Tuenetto sia stato spopolato dalla celebre peste del 1439; si salvò soltanto una donna che, sposatasi
con un certo Melchiorre, servo dei conti Thun di Castel Bragher, avrebbe dato nuova vita al paese. Tuenetto, infatti, dipendeva dalla giurisdizione di quel castello,
mentre, invece, Segno e Torra, erano dipendenti dalla giurisdizione di Castel Thun. La chiesetta di S. Rocco (ricordata nel 1579) è isolata nei campi con il cimitero
a lato. Il sagrato è recintato da pilastrini che reggono dei ferri battuti. La statua del santo protettore campeggia nella nicchia sopra la porta. L’altare ligneo è
stato dipinto nel 1715 da G.B. Costanzi. La decorazione è di P. Pancirolli (1915). [1913]
Presso Tuennetto, sulla strada provinciale, c’è il deposito dell’acquedotto potabile della zona, che sottese gli antichi pozzi, costruito su progetto dell’Ing.
Apollonio negli anni Trenta.» [Trattasi in realtà dell'acquedotto ad uso irriguo].
Anni 60 - In primo piano Mollaro sullo sfondo Tuenetto e le sue campagne La foto mostra la fontana al centro della piazza Foto aerea della metà degli anni '80 Nella fotografia è ben visibile la strada Nr. 2 per Priò Veduta di Tuenetto e delle sue campagne da nord Le varsèle viste da Torra (1 marzo 2021) Tuenetto visto dalla «val» 2016 - Vista dai dossi di Torra (da ovest) Tuenetto invernale 16 gennaio 2011 Tuenetto visto dal ciampét 5 dicembre 2020 Tuenetto visto da ovest Veduta di Tuenetto da Mollaro, evidente la trasformazione del «Cirò» La «val de la Lama» in Predaia segna il confine tra Tuenetto e Coredo La strada della «val de la Lama» La via nuèva la strada che porta nelle proprietà di rodéza La strada della bórcola sul versante a est (proprietà di Tuenetto) in disuso Anni 20 - Veduta dal Cirò, le «valesèle» coltivate a vigneto Il «Bàit del Milio», l'unico edificio di Tuenetto che mantiene l'aspetto originario
Nr. Nr. p.f. Strada Partenza e arrivo Larghezza mt. Lunghezza metri
1 888/2 per Mollaro Paese / Ponte 4 446 2 891 per Priò Ponta de stradon / Confini Priò 4 450 3 892 al Cirò Valleselle / Cirò 3 345 4 881 ai Plazi Paese / Rivo Tuenetto 4 450 5 883 a Vignola Paese / Rivo Panarotta 4 380 6 889 alle Vill Chiesa / Confini Priò 3 330 7 879 al Doss Croce ai Plazi / Vilata 3 400 8 884 al Sentiero Paese / Sottoportici 1,50 90